L’ombra delle fantomatiche “teorie gender” non cala solo sullo spettacolo teatrale in cui Alex, il protagonista, un giorno si comporta da maschio e uno da femmina, mandando in fibrillazione molti genitori sia a Bologna che a Ravenna. Stavolta il caso è scopiato a Ferrara, dove il Comune, per combatere le discriminazioni di genere, ha distribuito a medici e infermieri dell’ospedale un opuscolo che suggerisce, scrive La Repubblica, l’uso di un linguaggio che superi i pregiudizi legati all’identità sessuale dei pazienti.
La guida, scritta con l’Ausl, l’università e le associazioni Lgbt, è la prima in Emilia Romagna. E ha mandato su tutte le furie cattolici e centrodestra, che hanno tirato in ballo il “connubio propagandistico fra politici, associazioni e azienda Ausl”. Idea sostenuta dal quotididiano Avvenire.
Tra i suggerimenti del vademecum, quello di evitare la credenza omofobica secondo la quale le persone omosessuali non sono in grado di crescere un figlio. Parole, secondo Comune e Ausl, da evitare quando il paziente è un minore.
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