E’ stato un parto lungo e difficile ma soprattutto è finito in tragedia: il bambino è nato morto. La vicenda si è consumata domenica sera nel reparto di ostetricia dell’ospedale Bufalini di Cesena: protagonisti una giovane coppia ucraina, residente in Romagna e il loro primogenito. Il piccolo, quattro chili, non ce l’ha fatta e, a detta del padre, vi sono state inadempienze da parte del personale sanitario.
L’uomo ha raccontato al Resto del Carlino che alla moglie sabato mattina si erano rotte le acque e che la coppia ha ripetutamente chiesto il parto cesareo a seguito delle difficoltà di espulsione della donna: “Il bimbo era troppo grosso, non passava”.
Ma, secondo il racconto fatto dall’uomo, che ha assistito a tutte le fasi del travaglio e del parto, la richiesta è stata rifiutata. Quando alla fine il piccolo è uscito non c’è stato più niente da fare: “L’ho visto, era un bimbo sano e non aveva il cordone ombelicale intorno al collo come si era detto inizialmente”. Per questo è stata fatta denuncia contro l’ospedale che, per altro, ha avviato un’indagine interna. Al quotidiano bolognese che chiedeva spiegazioni su una presunta scarsa disponibilità del Bufalini ad effettuare parti cesarei, la dottoressa Vilma Valmori responsabile della direzione medica di presidio, ha puntualizzato che le “i medici e le ostetriche applicano le linee guida” e che nel caso specifico “la gravidanza non presentava rischi“.
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Commenti:
Purtroppo ormai è abitudine aspettare. Mia nuora primi para 41 anni fuori tempo massimo di 13 giorni rispetto al suo non solo ha dovuto subire le doglie indotte ma alla fine visto che il bimbo cominciava ad essere in sofferenza ha fatto il cesareo!!!! Per fortuna a noi è andata bene ma forse sarebbe il caso di rivedere questi cosiddetti protocolli!!! Tutto ciò alla ospedale di ravenna….
regione autoreferenziale per la riduzione dei cesarei…. I cedap però alla riduzione dei cesarei riportano un pari aumento di uso di ventose …. con pacchetto che comprende kristeller ossitocina episiotomia …metodiche medievali di accellerazione del parto definite già dalla commissione sanità nel 2010 arcaiche, che danneggiano il pavimento pelvico delle donne oltre a danni al feto . donne incontinenti e feti morti. bel risultato della stupida lotta alla cosiddetta epidemia dei cesarei .?!. aumento delle induzioni sopra la percentuale oms e travagli interminabili …ma non per tutte le donne … chissà quale è la categoria che vuole il cesareo … studi inglesi lo hanno già da tempo pubblicato. negare l’autodeterminazione della donna e non dare le giuste informazioni etc… questa è violenza ostetrica. tutto va per motivi economici verso una strada e non si ascolta che cesarei ne ha fatti in passato e non ha mai avuto un problema … anzi bisogna che tacciano… ma i feti e le donne rovinate prima o poi come in tutte le battaglie civili avranno la loto rivincita…
Questo è un caso che dovrebbe far riflettere. Non è il tipico caso in cui il feto nasce morto per ritardato cesareo, ma c’è un precisa volontà a prevenire il primo cesareo costi quel che costi.
Mi sembra di rivivere la mua storia, a me è andata meglio perché mio figlio è vivo ma, a seguito delle inadempienze del reparto di ginecologia ostetricia dell’ospedale di Cesena, disabile. Non può succedere ancora!
Purtroppo non si può commentare un dramma così grande. Scelte politiche dei dirigenti…..incapaci di fronteggiare gli imprevisti…. i protocolli ….ma non siamo macchine …. se ci fosse più meritocrazia e più competenza forse questo non sarebbe successo
Purtroppo non si può commentare un dramma così grande. Scelte politiche dei dirigenti…..incapaci di fronteggiare gli imprevisti…. i protocolli ….ma non siamo macchine …. se ci fosse più meritocrazia e più competenza forse questo non sarebbe successo
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