“Non è così che si fa integrazione”. “Che cavolata”. “Un’esagerazione”. “Vorrei sapere a chi vengono certe idee”. “Così si ammalano tutti gli altri”. Sono decine i commenti negativi che, sulla pagina Facebook di Emiliaromagnamamma.it, sono stati scritti due giorni fa sotto l’articolo che parlava di “Tutti a tavola, tutti insieme”, il progetto dell’Associazione italiana celiachia al quale ha aderito, tra gli altri, l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, che una volta ogni sei settimane propone nelle proprie mense, per tutti gli oltre 5mila alunni, un menù “gluten free” allo scopo di fare sentire uguali a tutti gli altri i bambini celiaci. Un “regalo” fatto ai 43 bambini che ogni giorno seguono una dieta speciale per motivi di salute.
A rispondere alla pioggia di critiche è la stessa Aic, nella persona di Silvia Conti, che vi lavora come dietista, in ambito regionale, dal 2008: “Stiamo parlando di menù con prodotti naturalmente privi di glutine come possono essere il riso, il pesce, la carne. I genitori che hanno sollevato la polemica non hanno compreso che non vengono somministrati alimenti formulati per celiaci, che in qualche caso – come qualcuno ha sottolineato – vedono l’aggiunta di grassi e amidi e quindi hanno un indice glicemico più alto. Molto più semplicemente, una volta ogni mese e mezzo i bambini che frequentano le scuole della Bassa Romagna pranzano come i compagni celiaci, magari mangiando cose che già consumano a casa, pur non sapendo che sono senza glutine. Cose cucinate, questa l’unica differenza, al riparo da ogni contaminazione”.
Nessun rischio alimentare, dunque, per i bambini non celiaci: “Non rischiano nessuna carenza, in questo modo. E non la rischierebbero nemmeno se, ogni sei settimana, mangiassero alimenti dietetici per celiaci. D’altro canto, come associazione, non abbiamo mai predicato la diffusione di un’alimentazione gluten free per tutti. La paura che certi messaggi celano è assolutamente infondata”.
Il punto è che le critiche hanno fatto passare in secondo piano, secondo Silvia Conti, il valore sociale del progetto: “Molti bambini celiaci si sentono presi in giro, si sentono ripetere che la loro merenda fa schifo. Il nostro è un modo per favorire un migliore inserimento di chi è celiaco, tutto qui”.
Preferisce evitare le polemiche Enea Emiliani, sindaco di Sant’Agata sul Santerno e referente per le politiche educative dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna: “In questi giorni abbiamo ricevuto alcune mail di apprezzamento da parte di genitori di bambini celiaci, che hanno riferito come finalmente, anche se solo per una giornata ogni tanto, i loro figli si possano sentire esattamente come gli altri. Noi crediamo in questo progetto di inclusione e ringraziamo l’AIC Emilia-Romagna per essere partner trainante di questa iniziativa”.
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Commenti:
Quanta ignoranza!!! Tutto il pesce,tutta la carne,le uova,tutte le verdure,tutta la frutta,tutti i formaggi freschi e stagionati ,e la lista continua,sono privi di glutine….basterebbe informarsi appena un po’ prima di lanciare accuse e dire simili stupidaggini.
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