solitudine, disperazioneGià nel 2015 Raffaella Bazzoni, responsabile del Centro d’ascolto della Caritas diocesana di Ravenna-Cervia, aveva notato un fenomeno singolare: la sempre maggiore presenza di donne straniere, rimaste sole con i figli perché i mariti vanno a cercare maggiore fortuna nei Paesi del nord Europa. Uno spaccato ancora non suffragato da numeri che però la visto ripetersi lo scorso anno e che fa il paio con la grande solitudine riscontrata nell’analizzare i primi dati – ancora non definitivi – degli accessi al Cdo.

Sui 349 nuclei familiari italiani che sono stati seguiti nel 2016, il grosso è stato infatti rappresentato da persone sole: 56 divorziati, 66 separati legalmente, 18 vedovi e 90 celibi e nubili. Situazione diversa nel caso degli stranieri: dei 530 che hanno avuto accesso ai servizi offerti dal Centro d’ascolto, tra separati e divorziati si è trattato di 57 casi in tutto.

“La famiglia – spiega Bazzoni – da una prima analisi dei numeri pare davvero un cuscinetto, un ammortizzatore sociale fondamentale. Tra gli italiani, in particolare, si rivolgono a noi sopratutto persone a vario titolo sole. Nel caso delle separazioni, non notiamo solo la presenza dei padri separati, spesso in condizioni economiche d’indigenza, ma anche delle madri separate, che non ricevono gli alimenti perché gli ex mariti non sono in grado di versarli”.