No, il meccanico Bruno non è un omofobo. Semplicemente, con il suo “e voi vorreste avere un figlio…” voleva dire a Giulia e alla sua Bionda che nella Fiesta-catorcio che si ritrovavano, non sarebbe entrato nemmeno il seggiolino. Idem per la ginecologa, la dottoressa Giacinti, che a Giulia ricordava ogni volta il tic-tac dell’orologio biologico, e che davanti alla frase “guardi che io sto con una donna” non aveva scossato: “E ti sembra una buona scusa?”. Giulia Gianni è cresciuta a Ravenna, dove vivono ancora i suoi genitori, ma abita a Roma, dove lavora sui set di produzioni cinematografiche e televisive. Il 25 maggio, per Scrittura Festival, tornerà in Romagna per presentare il suo primo libro, “Stiamo tutti bene. Le tragicomiche avventure di una famiglia di nome e di fatto” che esce oggi per La Nave di Teseo. L’appuntamento è alle 18,30 a Palazzo Rasponi, in piazza Kennedy.
Il libro nasce per un caso fortuito. Quello che inizia con i primi mesi di vita del “nanetto”, il figlio di Giulia e della sua compagna, quando la prima inizia a tenere un blog ancora molto attivo che viene notato da Ivan Cotroneo, che ne ha acquisisce poi i diritti per il cinema e la tv (ne avevamo parlato qui). Finché non si fa avanti anche Elisabetta Sgarbi, che chiede a Giulia di scrivere un libro sulla sua vita e su cosa significa, dei tempi nostri in Italia, avere un bambino se si è omosessuali.
“Per molto tempo le generazioni precedenti alla mia – racconta l’autrice – hanno associato l’omosessualità alla sterilità. E dico sempre che per quanto io abbia un fratello straordinario, che ha dato e darà ancora molte soddisfazioni alla mia famiglia, la sorpresa che ho fatto ai miei genitori annunciando che ero incinta resterà ineguagliabile. Non l’avevano affatto messo in conto, pensavano che da parte mia non sarebbero mai diventati nonni”.
Giulia sta aspettando che le sia recapitata a casa la sua prima copia personale del libro: “La voglio mettere da parte, impacchettata, accompagnata da una lettera. Voglio che nostro figlio legga tutto quando sarà il momento, per trovare un riparo, sicurezza, fiducia e tranquillità. Questo libro, come del resto il blog, sono la testimonianza di quanto amore e di quanta convinzione ci siano dietro la sua ricerca e la sua nascita. Per quanto un genitore possa sognare per i propri bambini solo discese e un mondo perfetto, sapendo che questo non è possibile posso sempre affidarmi al libro, che resterà per il nanetto come un mantello dell’invulnerabilità“.
Ci sono voluti sette anni, per Giulia e la compagna, per passare dai pensieri ai fatti: “La causa, lo devo ammettere, sono stata io. Ho tenuto troppo a lungo il freno tirato, ho sprecato molto tempo a chiedermi se fosse giusto fare un figlio e metterlo di fronte a una società impreparata ad accoglierlo e ad accettarlo. Senza pensare che, facendo nascere quel bambino, lo avremmo cambiato un po’ anche noi, il mondo”.
E il “test” che Giulia ha somministrato alle persone che le stanno intorno prima di imbarcarsi nell’impresa della fecondazione assistita, è indicativo: “Il nostro è un caso fortunato, la nostra storia non può essere emblematica perché esistono situazioni anche molto drammatiche. Dal canto mio posso dire che per quanto avessi sempre pensato che il mondo fosse portatore sano di pregiudizi socio-culturali, quei pregiudizi in parte li avevo io. Persone insospettabili hanno avuto reazioni positive, con mio grandissimo stupore”.
La “Carlona”, personaggio centrale del libro, raccontata esattamente per quella che è, la migliore amica di Giulia, aveva invece fatto un po’ da detrattrice rispetto alla questione figlio: “Non certo perché non riconosca il diritto delle persone omosessuali a diventare genitori ma perché, preoccupata del sovraffollamento del pianeta Terra e per nulla intenzionata ad averne di suoi, di figli, pensava che ci saremmo salvati almeno io e la Bionda. Eppure, il nanetto, che ha tre anni, le fa sempre gli occhi dolci“.
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Commenti:
Io e la mia compagna siamo in attesa del nostro primo figlio che nascerà a fine agosto. Non vedo l’ora di perdermi tra le pagine del tuo libro.
Saluti
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