Abusi su bambini e adulti disabili. Sosio: “Indaghiamo al più presto”

I maltrattamenti verso le persone disabili, sia bambini che adulti, sia in famiglia che nelle strutture, è un tema che sta molto a cuore a Egidio Sosio, che dall’ottobre scorso ricopre il ruolo di disabiity manager per il Comune di Bologna, una figura inedita che fa da raccorso tra l’Amministrazione e il mondo del sociale. Sosio sarà tra i protagonisti del seminario “Partire dai diritti! – Strategie di prevenzione e di contrasto a situazioni di maltrattamento e abuso delle persone con disabilità” in programma giovedì 1 giugno alle ore 8.30 alla Sala “20 maggio 2012” (Ex Sala A conferenze della ) Regione Emilia-Romagna (viale della Fiera 8, Bologna).
Sosio, di che fenomeno stiamo parlando, per l’esattezza?
“Di un fenomeno che putroppo ci viene riportato solo dalla cronaca, a tutti i livelli. Sollecitato dall’incontro di giovedì, mi riprometto di andarci a fondo nei prossimi mesi. Siamo davanti a un tema delicato che ci sollecita in due modi: dal punto di vista della normativa, che forse dovrebbe essere più attenta, e delle azioni, che i servizi dovrebbero intraprendere in maniera più energica. A volte, per mancanza di risorse e personale, certe forme di controllo non vengono messe in atto. Mi piacerebbe avere il polso dela situazione rispetto alla casistica, per capire come si può fare prevenzione. Certo è che bisogna avere gli occhi aperti su più fronti”.
I bambini secondo lei sono più tutelati da un certo punto di vista?
“Credo di sì. La scuola fa senz’altro da filtro. Dopo i 18 anni, invece, si apre un po’ il vuoto. Senza contare che la disabilità non viene mai vista nella sua totalità. Nell’immaginario il disabile è quello in carrozzina. Ma il disabile è anche il sordo, il cielo, il minorato psichico. Per non parlare delle disbailità più subdole, delle quali mi voglio presto occupare. Pensiamo all’obesità: quando una persona pesa 250 chili va incontro a una serie di ostacoli e difficoltà di cui ci dobbiamo preoccupare e fare carico”.
Finora su cosa si è concentrato il suo team?
“Abbiamo svolto un lavoro poco appariscente ma molto funzionale sul tema delle barriere architettoniche, perché spesso quando i tecnici progettano gli interventi e i lavori, non tengono abbastanza in conto le esigenze delle persone con disabilità. Ci stiamo anche muovendo sul turismo accessibile, sulla messa a norma di certi interventi pubblici. Gli ambiti sono moltissimi e il lavoro culturale da fare enorme. Qualche passo lo stiamo facendo nel campo della protezione civile: cosa succede a una persona disabile quando si presenta una calamità naturale o qualcosa di simile? A Bologna di recente, quando sono state fatti brillare dei vecchi ordigni e c’è stato bisogno di fare evacuare le persone, ci si è posti finalmente il problema. Ecco, dovrebbe diventare la consuetudine”.

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