“Non mi sono mai montata la testa, perché la mia vita è altrove, perché essere una youtuber è solo una parte di me, non identifica tutto ciò che sono”. Lea Cuccaroni, milanese, 17 anni, sarà domani 5 maggio alle 11.30 al Pala Congressi di Rimini per il convegno del Centro studi Erickson “Supereroi fragili” dedicato all’adolescenza. “Dal diario al blog, dalle piazze reali a quelle virtuali: gli adolescenti si raccontano” è il titolo dell’incontro al quale interverrà per parlare, tra le altre cose, del suo canale Ehi Leus che conta più di 200mila iscritti.
Lea, com’è partita questa avventura?
“Per caso. Ero in prima superiore, guardavo i video di alcuni youtuber inglese, grazie ai quali ho anche imparato la lingua. Mi piaceva l’idea e siccome sono una a cui piace molto parlare, un giorno ho preso la videocamera e ho postato il primo video, in cui raccontavo quello che c’era nella mia borsa”.
Il boom delle visualizzazioni è arrivato subito?
“No, è stato graduale. All’inizio per me era un gioco, solo l’anno scorso mi sono resa conto che era diventata un’attività più seria”.
Quando l’hai capito?
“Quando mi hanno invitata a parlare a una convention di youtuber. L’anno prima era andata pagando il biglietto, questa volta invece c’erano le persone che facevano la coda per me”.
Ti sei spiegata il motivo di tanto successo?
“Credo di piacere perché sono spontanea, perché sono me stessa. E poi, come mi spiegano i miei coetanei, è facile riconoscersi in quello che dico”.
Vai fiera di qualche video in particolare?
“No, mi piacciono tutti. Ne posto una alla settimana, in genere. Grazie ai video non ho capito di più degli adolescenti, ho scoperto nuove cose di me, del mio carattere”.
Facile, alla vostra età, avere dei miti?
“Tutti hanno un punto di riferimento, un personaggio che ammirano per qualche motivo: a volte può essere un cantante, altre un attore, altre ancore uno youtuber. Non ci vedo nulla di male”.
I tuoi genitori hanno approvato fin da subito?
“Mia madre la prima volta era un po’ scettica, soprattutto perché mi avrebbero vista tutti. Poi si sono convinti e oggi mi sostengono, mi incitano e sono orgogliosi di me”.
Hai affrontato, nel tempo, qualche tema tabù?
“Per ora no, a parte il cyberbullismo. Non credo di avere l’età giusta per mettermi a raccontare di sesso”.
Che cosa farà da grande, Lea?
“Chissà. Per ora so solo che vorrei studiare Comunicazione all’Università”.