Perché non si gioca più per strada, perché a scuola l’educazione fisica non è abbastanza valorizzata, perché tv e cellulari sostituiscono a volte lo sport. In meno di vent’anni, le capacità motorie degli adolescenti italiani sono senz’altro peggiorate. A dirlo è Claudio Marchetti, docente dell’Istituto tecnico Gobetti-De Gasperi di Morciano, in provincia di Rimini, che tra il 1999 e il 2000 ha ideato e introdotto nella sua scuola dei test specifici ai quali gli studenti e le studentesse vengono sottoposti per misurare potenza aerobica, resistenza e altri parametri. Nove prove che hanno trasformato l’idea dell’insegnante in un vero e proprio Centro capacità motorie.
“Da allora ho valutato circa tremila alunni, di cui duemila del triennio e gli altri di quarta e quinta. Dei primi ho misurato le capacità motorie massimali, per esempio la corsa più veloce che riescono a fare. Dei secondi, invece, quelle funzionali come riuscire a prendere un libro che è su uno scaffale alto”.
In media Marchetti – sebbene veda a volte qualche eccezione – ha registrato che le potenzialità fisiche dei giovanissimi sono diminuite nel tempo: “Discorso che non vale per i ragazzi di origine straniera, che mostrano prestazioni migliori rispetto agli italiani, come si nota anche tra gli adulti in diverse discipline, come il pugilato e l’atletica. In certi Paesi è evidente che il movimento è più importante o semplicemente più abituale. Da noi, invece, scarseggia una cultura in tal senso: pensiamo ai genitori che a volte mettono in punizione i figli negando loro un allenamento o agli insegnanti delle elementari che saltano l’ora di ginnastica perché i bambini non si sono comportati bene. Saper correre, saltare, arrampicarsi, nuotare e fare una capriola sono competenze che tutti dovrebbero raggiungere. Poi, che ognuno scelga lo sport che più gli si addice”.
Quella del prof di Morciano è una vera e propria battaglia di civiltà: “Bisognerebbe fare molta più educazione fisica a scuola, i bambini e i ragazzi stanno troppo seduti, come emerge dai tanti mal di schiena che vedo in giovanissima età e che sono legati a una postura sbagliata. Lo dico sempre ai miei ragazzi: muovetevi, non state fermi, perché poi finirete in palestra tra qualche anno a cercare di recuperare un po’ di forma fisica. Un paradosso, se ci si pensa”.
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