Successo per la mostra fotografica “Genitori si può, anche con la Sclerosi Multipla” frutto del progetto del Centro Studi della Seconda Università di Napoli che è approdata il 6 giugno all’ospedale civile di Baggiovara (Modena) e che si conclude oggi, 14 giugno. Scopo dell’iniziativa è portare un messaggio di speranza, grazie alle storie di cique coppie che, nonostante la malattia, sono da poco diventati genitori. La Sclerosi Multipla (SM) è la più comune causa non traumatica di disabilità neurologica nel giovane adulto. Come la maggior parte delle patologie ad etiologia autoimmunitaria, la SM “è donna” e colpisce molto più frequentemente il sesso femminile, con un picco di incidenza tra i 20 e i 40 anni, quando è più forte il potenziale riproduttivo. In Italia sono oltre 43 mila le donne che ne sono affette.

Emiliaromagnamamma ha raccontato poco tempo fa la storia di Roberta Finotti, di Ravenna.

Spesso i pazienti, e ancor di più i loro parenti e amici, credono che esserne affetti significhi doversi privare di molte gioie della vita, tra queste, quella di diventare genitori.

Patrizia Sola, neurologo responsabile del Centro Malattie Demielinizzanti, ha spiegato che fino agli anni Sessanta, ma a volte anche oggi, le pazienti venivano scoraggiate dall’intraprendere una gravidanza, sia a causa della potenziale disabilità sia perché la gravidanza era considerata fattore aggravante il decorso di malattia. Tuttavia, studi più recenti hanno dimostrato che la gravidanza non ha effetti sulla disabilità a lungo termine e che non ci sono motivi per cui il medico debba, a priori, scoraggiarla.

Da tempo i neurologi che lavorano presso al Centro di Modena hanno posto particolare attenzione al problema della donna e della genitorialità più in generale. La dottoressa Diana Ferraro ha coordinato uno studio multicentrico sul tema della gravidanza, che ha visto il coinvolgimento di otto centri della Regione Emilia Romagna e l’arruolamento di 302 pazienti con Sclerosi Multipla e 500 controlli, in corso di pubblicazione sulla rivista “Neurological Sciences”. Da questo studio è emersa una maggiore proporzione di donne senza figli tra le pazienti con SM (22%) rispetto ai controlli (13%) ed è risultata maggiore la proporzione di malate che ha fatto ricorso al parto cesareo rispetto ai controlli (26% versus 21%). Sono comunque numerose le motivazioni che potrebbero portare le persone con SM ad avere meno figli, tra cui la paura di una disabilità futura, la paura di trasmettere la malattia ai figli, il procrastinamento della gravidanza per la necessità di effettuare trattamenti, l’effetto sulla fertilità di alcuni farmaci utilizzati nella SM.

La dottoressa Francesca Vitetta invece, si è dedicata al “Progetto Donna”, finalizzato al poter accompagnare la donna con SM nella programmazione del proprio percorso assistenziale, senza rinunciare alla gravidanza, all’allattamento e all’utilizzo di terapie ormonali. Tale progetto è in corso di completamento e nasce dalla collaborazione e formazione reciproca tra i Neurologi del Centro, Ginecologi del Policlinico di Modena e di tutti gli Ospedali del territorio, Psicologi, Ostetriche.

Il progetto Genitori si può è nato dalle domande dei pazienti, una delle più frequenti è proprio “Potrò avere figli?”, “la gravidanza sarà difficile?”, “il parto sarà complicato?”, “mio figlio nascerà sano?”, “sarò in grado di crescerlo ed educarlo come hanno fatto i miei genitori con me?”.

Per informazioni sul progetto: http://www.genitoriconsclerosimultipla.it/la-mostra-itinerante/