Tra le corsie dei reparti di cardiologia e cardiochirurgia pediatrica del Sant’Orsola di Bologna, Piccoli Grandi Cuori è molto più di un’istituzione. Lo scorso marzo, infatti, la onlus ha festeggiato i vent’anni di vita. Anche noi, a Natale del 2014, ci eravamo fatti un giro tra quelle stanze e quei corridoi, toccando con mano che cosa significa essere accanto alle famiglie colpite dalle cardiopatie congenite, a volte diagnosticate ai bambini durante la morfologica, quindi prima di nascere.
Paola Montanari, presidente dal 2003, è la mamma di Elisa, 23 anni, operata al cuore tre volte: “Quando mia figlia è stata ricoverata subito dopo la nascita, tra le famiglie che conobbi si stava cominciando a parlare dell’idea di un’associazione. Anche a me l’obiettivo di condividere attraeva molto. E subito dopo la costituzione, io e mio marito ci siamo iscritti, diventando parte attiva”.
Riavvolgendo il filo della memoria, Paola ha in mente la prima attività di sostegno psicologico che venne lanciata a favore degli adolescenti, per poi diffondersi ai genitori: “Quando, poi, ci rendemmo conto che molte mamme venivano a partorire a Bologna da fuori, in modo da ricoverare i bambini subito dopo il parto, decidemmo di farle accompagnare dal servizio psicologico. Così come, più avanti, abbiamo attivato lo stesso tipo di sostegno per i bambini e i ragazzini che restano ricoverati a lungo. Oggi le figure professionali sono quattro”.
L’altro grande passo avanti è stato lo sportello sociale, che oggi è aperto tutte le mattine più altre ore nel resto della giornata, per rispondere alle domande delle famiglie riguardo i loro diritti, soprattutto rispetto al lavoro: “Noi volontari a certi dubbi non sapevamo rispondere. Oggi possiamo contare su un ufficio vero e proprio gestito da due assistenti sociali che nel padiglione 23 indirizzano i genitori verso le normative, tra invalidità, permessi lavorativi e legge 104”.
La ciliegina sulla torta è arrivata poi il 19 settembre del 2015, con l’inaugurazione del Polo dei cuori di via Marco Polo, sei appartamenti che ospitano le famiglie i cui bambini vengono operati e ricoverati al Sant’Orsola: “Insieme alle stanze che dentro l’ospedale sono dedicate ai trapiantati di cuore, riusciamo a soddisfare tutte le richieste delle famiglie. Essendo quello di Bologna un centro di riferimento per le cardiopatie congenite, la metà dei 22 dei posti letti sono quasi sempre occupati da bambini e ragazzini che vengono da fuori provincia”.
Tanto, a questo punto, è l’orgoglio provato da Paola Montanari e dai suoi: “All’interno di un centro dove la professionalità è altissima, riusciamo ad accogliere le famiglie a 360 gradi. In questi anni abbiamo cercato di dare il massimo. Questo non significa fermarsi. Non ci consideriamo mai al punto di arrivo”.
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