Sì, d’estate siamo sempre fuori. Non dobbiamo studiare, abbiamo a disposizione un mucchio di tempo, abbiamo pure il mare vicino. E sappiamo muoverci in autonomia, se non per qualche passaggio che strappiamo la sera a voi genitori, non avendo ancora la patente.
Ma se non ci vedete a casa come d’inverno, se non ceniamo sempre con voi, non significa che stiamo facendo i balordi, che stiamo andando alla deriva, che non saremo più recuperabili a settembre. Significa solo che ce la stiamo godendo, che questa sarà una delle ultime estati senza vincoli, che stiamo bene a essere così liberi.
Genitori, cogliete il lato positivo. Pensate a quanto è bello dormire una sera a casa di un amico e l’altra a casa di un altro, prepararci un piatto di pasta insieme, studiare come raggiungere quello o quel posto in bici, con l’autobus, con il motorino. E non fatevi troppi problema se non ci avete sempre lì alle calcagna, se non siamo a due passi da voi chini sui libri, se non siamo costretti ad alzarci presto la mattina per arrivare a scuola prima che suoni la campanella.
Il fatto di non vederci è normale, rilassatevi. Non siamo spariti dalle vostre vite, non stiamo sparendo da noi stessi. D’estate, tra amici, diventiamo semplicemente come piccole grandi famiglie: dove sì, ce la spassiamo. Ma impariamo anche a organizzarci, a essere più indipendenti, a confrontarci (qualche volta a scornarci, certo, come in ogni famiglia anti-Mulino Bianco che si rispetti). E dove ci compensiamo e ci proteggiamo anche un po’: se uno ha un problema, se la spara grossa, se fa una cazzata.
E poi davvero, ammettetelo: qualche volta vorreste partecipare anche a voi a uno dei nostri ritrovi, magari a tavola. Perché si sta bene, perché piacerebbe tornare anche a voi adolescenti, fosse anche solo per una sera.
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