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Peter Arpesella è un uomo che ha saputo raccogliere le sfide della vita e trasformarle in opportunità per migliorare se stesso e il rapporto con gli altri, un uomo dalla grande generosità che ha voluto regalare se stesso e la sua esperienza di vita a ragazzi dai 10 ai 20 anni che lo guardavano senza battere ciglio e pensavano “ma quello che racconta lui è quello che vivo io”. Una storia, quella di Peter Arpesella, con diabete di tipo 1 dall’età di 7 anni, discendente della grande famiglia che tutti conoscono a Rimini perché assieme a Fellini ha reso celebre il Grand Hotel in tutto il mondo, e che sembra quella di un film. Dalla sua vita, e dalla grandissima capacità di ascolto e di donarsi a chi ha davanti a sé un gruppo di ragazzi con diabete e le loro famiglie, sono stati letteralmente rapiti.

La giornata è iniziata verso le 10.00 di giovedì mattina all’Hotel Bagli & Cristina di Rimini, di proprietà di Stefano Bagli e famiglia, volontari dell’associazione Diabete Romagna Onlus. Stefano è padre di un ragazzo, Jonathan, che tra poco compirà 18 anni e che, come Peter, deve sempre fare i conti nelle sue esperienze di vita con il diabete. “Mi ha colpito quello che è successo a Peter e la storia di suo papà, e mi ha fatto capire come la vita sia un grande regalo. Il diabete non mi è mai pesato, non mi chiedo perché sia successo proprio a me e cerco di viverlo in maniera serena, ma non è sempre semplice e capisco che i miei genitori si possano preoccupare.” Queste sono le parole di Jonathan nel raccontare cosa abbia voluto dire per lui incontrare Peter e ascoltare il suo punto di vista sul diabete.

Accettazione, rabbia, convivenza, ipoglicemie, coma glicemico, insulina, capacità di reagire, capacità di ascoltare se stessi e gli altri in maniera più profonda, capacità di fare del diabete uno strumento, un “superpotere” come dice Peter, in grado di metterci in una condizione di privilegio nei confronti della vita, sono queste alcune delle parole che ieri sono state scambiate tra Peter, i ragazzi e le ragazze, e i loro famigliari.

Per i genitori e i nonni di questi ragazzi le parole di Peter sono state fonte di energia, di speranza, hanno permesso di capire meglio cosa provano i loro figli nei momenti in cui la glicemia sale o scende troppo. Non sono mancati i momenti di commozione perché vivere con il diabete vuol dire vivere una realtà per cui ancora non esiste guarigione e vuol dire dover vincere ogni momento e ogni giorno  della propria vita. “Per me siamo eroi della vita,” dice Peter. “Non è quello che abbiamo che ci rende felici o infelici, ma quello che facciamo con quello che abbiamo. La scelta dipende da noi.” Vincere il diabete è correre una lunga maratona e vince chi ascolta il proprio corpo, la propria mente e quelli che ci sono vicino, ogni momento, giorno per giorno.

Peter Arpesella, la cui carriera di attore e scrittore prosegue a gonfie vele, con l’uscita del suo appassionante libro “Good Like This” (disponibile su Amazon.com) si fermerà in Italia ancora per qualche giorno assieme alla moglie Annie Wood. La coppia legata dall’arte, dall’amore per la vita, dalla capacità di affrontare il mondo insieme e in cui il diabete è una parte di questo mondo, resterà a lungo nei cuori dell’associazione Diabete Romagna che ha organizzato l’evento e che finanzia nel territorio tutti quei servizi necessari per migliorare la qualità di vita di adulti e bambini con diabete e delle loro famiglie. Per info sull’associazione www.diabeteromagna.it.