E’ morta a 18 giorni di vita per un herpes contratto da un amico di famiglia che le ha provocato una grave meningite virale. L’episodio si è verificato a Des Moines, capitale dello Iowa (Stati Uniti), e la sfortunata protagonista si chiamava Marianna Reese Sifrit. La piccola era nata lo scorso primo luglio ma dopo sei giorni i genitori l’avevano riportata d’urgenza in ospedale dove le era stata diagnosticata la meningite virale e l’herpes simplex contratti, secondo quando hanno reso noto i medici, dal contatto con un parente (né la madre né il padre però sono risultati positivi). L’ipotesi più accreditata è che qualche parente con l’herpes abbia baciato la neonata condannandola, di fatto, a morte. Oppure vi sia un contatto particolarmente ‘sfortunato’ che potrebbe essere avvenuto con chiunque, anche con il personale ospedaliero portatore sano del virus. I medici hanno spiegato che per il contagio non è necessario che l’herpes sia evidente. Secondo una statistica condotta dall’università Johns Hopkins di Baltimora dal 50% all’80% degli statunitensi hanno herpes orali.
Il ricovero e le cure sono stati del tutto inutili: la piccola è peggiorata di giorno in giorno perché il virus ha attaccato i suoi organi interni, fegato e reni prima, cuore e polmone poi. Inevitabile, poi, la morte. La madre, Nicole Sifrit, 32 anni, seppur distrutta per la perdita della figlia, ha trovato la forza di lanciare un appello su Facebook nel quale consiglia ai neogenitori di non fare baciare i propri bambini per nessun motivo.
Recentemente altri casi simili erano finiti nelle cronache. Ad esempio qualche mese fa una 21enne di Gloucester, nel Regno Unito, ha denunciato che la propria figlioletta, tre anni, era stata contagiata dal bacio di un parente con l’herpes e in conseguenza di questo gesto la piccola, oltre ad una lunga degenza, ha avuto la faccia deturpata (per fortuna non in maniera permanente ma l’esperienza è stata ugualmente terribile per mamma e figlia). Senza contare i danni provocati dalla pratica religiosa della circoncisione ebraica: secondo il ministero della Salute statunitense, 24 casi di herpes sono stati collegati alla circoncisione, a partire dal 2000. Due dei neonati sono morti e altri due hanno subito danni cerebrali. Per gli ebrei ultraortodossi questa antichissima usanza chiamata metzitzah b’peh è irrinunciabile: così, chi procede al taglio del prepuzio, successivamente succhia il pene del neonato con gravi rischi per il piccolo.
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