“Spocchiosamente Ilare”. Dopo anni in cui si è dilettata a scrivere racconti erotici, Ilaria Cerioli ha aperto il suo personale blog nel quale racconta, sempre sul filo dell’ironia, i rapporti tra uomini e donne, la “trappola” del romanticismo, il sesso e la sessualità. Sposata, mamma di tre figli di nove, quattordici e diciassette anni, insegnante in una scuola superiore di Ravenna, non ha peli sulla lingua quando dice di avere perso la verginità tardi, a 22 anni: “Sono cresciuta in Emilia, in una famiglia conservatrice e tradizionalista. Fino alla prima media sono andata a scuola dalle suore, dove veniva fatta passare l’idea dell’uomo come essere da demonizzare e dal quale tenersi alla larga. Negli anni del liceo classico, dove c’erano pochi ragazzi, ho iniziato a respirare la cultura femminista, a frequentare i collettivi e le prime Case delle donne, a rifiutare il patriarcato”.
La scoperta degli uomini e del sesso, per Cerioli, è stata in questo senso una sorta di formazione personale, di passaggio esistenziale: “Solo così ho conosciuto davvero me stessa, il mio corpo e l’altro. A 24 anni, attratta dalla poesia che trovavo nei romanzi erotici tradizionali, ho iniziato a scrivere le prime cose, che ho sempre tenuto nel cassetto. E con l’avvento di Facebook, qualcuna delle mie riflessioni ha cominciato a uscire. Trovo che i social siano una delle massime esperienze di narcisismo nazional-popolare, dove vengono postati in modo confuso e compulsivo moltissimi contenuti da persone che di fatto si creano delle identità fittizie. Io no, sono esattamente quella che si racconta, con tutta la sua femminilità e la sua vanità. Non faccio mistero del fatto che non esco mai senza lo smalto nelle unghie dei piedi, che mi piaccio, che ho avuto abbastanza esperienze con gli uomini“.
E anche prima del lancio del blog, sia uomini che donne hanno preso a contattarla: “C’è chi mi racconta le proprie fantasie, cosa che mi diverte molto. O chi si confida proprio. Ed è come avere un osservatorio sulle dinamiche tra i sessi: noto, in generale, che gli uomini si sentono poco ascoltati dalle loro donne, che vorrebbero accanto donne più sensuali, meno isteriche. Un modo per mettere in discussione anche me stessa. Quando sono diventata madre ho cercato prima di tutto di non annullarmi come donna, cosa che trovo aberrante. Ma come per tutti, anche il mio rapporto con mio marito vive di alti e bassi. L’importante è riuscire a capire i limiti dell’altro. Anche in questa esperienza del blog, ho dovuto tollerare quel pizzico di gelosia da maschio italiano che lui ha per forza di cose espresso, pur spronandomi a scrivere pubblicamente quello che scrivo. Ci sta”.
E dietro lo schermo dell’umorismo – che nel pezzo pubblicato ieri, per esempio, l’ha portata a scrivere delle varie categorie ‘falliche’ – Cerioli non nasconde l’introspezione: “Io non ironizzo sigli uomini in sé: Ma ho avuto esperienze sentimentali con persone che mi hanno fatto molto male. E ridendo, esorcizzo anche il mio dolore. D’altro canto, nel tempo, mi sono resa conto che non è sempre colpa degli uomini. A volte siamo noi donne a non saper accettare la loro fragilità”.
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