Tutti contro la decisione del giudice delle indagini preliminari di Reggio Emilia. Dopo che Giovanni Ghini ha lasciato libero un pakistano di 21 anni,Akhtar Nabeel, pedofilo reo confesso, c’è stata un’ondata di indignazione popolare. Lo straniero, richiedente asilo, lo scorso 10 luglio ha stuprato un ragazzino disabile (con gravi deficit psichici) di 13 anni dopo averlo subdolamente attirato in un luogo appartato: dopo l’arresto il giudice ha deciso di lasciarlo libero con il solo obbligo di firma perché un lui ha ravvisato uno “straordinario senso di autodisciplina”.

La singolare motivazione ha provocato una lettera di sdegno da parte dell’Anci di Reggio Emilia. Trenta sindaci (e precisamente Emanuele Cavallaro, Renzo Bergamini, Alessandro Santachiara, Antonio Manari, Paolo Colli, Andrea Costa, Giammaria Manghi, Roberto Angeli, Elena Carletti, Andrea Carletti, Mauro Bigi, Lucio Malavasi, Paola Casali, Alessio Mammi, Paolo Colli, Ilenia Malavasi, Fabrizio Allegretti, Giorgio Zanni, Luca Vecchi, Tiziano Borghi, Camilla Verona, Vincenzo Volpi, Fabrizio Corti, Luigi Fiocchi, Nico Giberti, Stefano Costi, Massimo Gazza, Maurizio Terzi, Andrea Tagliavini, Marcello Moretti, Enrico Bini, Tania Tellini e Giorgio Bedeschi) hanno messo nero su bagno: “Non entriamo nel merito di sentenze specifiche. Vogliamo però ribadire che l’idea che un pedofilo reo confesso abbia libertà di circolare sul territorio non è accettabile in termini di sicurezza non solo della vittima, ma degli altri bambini“. Ed ancora: “Non possiamo non citare l’allarme che cresce, legittimamente, in una comunità che sa di avere per strada un soggetto di questo tipo”.

Sul caso del giovane profugo è intervenuto anche il presidente della Regione Stefano Bonaccini: “Quando un giudice rimette in libertà un pedofilo reo-confesso di aver abusato di un tredicenne disabile – ha osservato il governatore dell’Emilia-Romagna, con la motivazione che avrebbe dimostrata straordinaria autodisciplina, c’è soltanto da rimanere sconcertati“. Il ministero della Giustizia invece ha chiesto l’invio delle carte del procedimento, una mossa che preluda quella dell’invio degli ispettori presso il tribunale di Reggio Emilia.