Il pedofilo 21enne rimesso in libertà nei giorni scorsi a Reggio Emilia dal Gip Giovanni Ghini, decisione che ha scatenato la protesta di trenta sindaci, ora vive in un condominio pieno di bambini. Lo scrive La Gazzetta di Reggio, che riporta come il pakistano Akhtar Nabeel, che ha confessato di avere stuprato un ragazzino disabile, in attesa del processo abiti in una casa di un paese della Bassa la cui porta si apre poi su un parchetto dove giocano i bambini. A ottanta metri, invece, c’è l’ingresso di una scuola. Non solo. Il palazzo dista meno di cento metri da quello dove vive la sua vittima.
Anche la comunità pakistana ha mal digerito la cosa e sta collaborando con la Procura per gli accertamenti su eventuali precedenti in Pakistan. Anche le autorità italiane stanno indagando su eventuali precedenti nel nostro Paese, il sospetto che il pedofilo abbia commesso altri reati è molto forte. Sul giudice Ghini invece pende la richiesta dell’apertura di una pratica al Consiglio superiore della magistratura: l’ha fatta il consigliere laico Pierantonio Zanettin per verificare “se sussistano profili di incompatibilità ambientale o funzionale“.
Intanto emergono anomalie sulle modalità con cui lo straniero è stato accolto in Italia. Sul Resto del Carlino il legale Giuseppe Laspina spiega: “Per farsi concedere il permesso ha raccontato che suo padre aveva un debito e che lui, per estinguerlo, lavorava per il creditore fino a ridursi in schiavitù, così è partito per l’Italia. Ma non è credibile: in Pakistan aveva libertà di movimento. E poi, quando se n’è andato, la sua famiglia non ha avuto ritorsioni dal creditore”. Non a caso la sua prima domanda quella di asilo politico, è stata bocciata ma il 3 luglio l’immigrato ha ottenuto una tutela (seppur minore) dal tribunale di Caltanissetta: la protezione sussidiaria.
Clede Maria Garavini, Garante regionale per l’infanzia, è intervenuta sul caso, chiedendo più “integrazione delle azioni svolte dai vari soggetti per proteggere adeguatamente le vittime”. Più deciso Luca Vecchi, sindaco Pd di Reggio Emilia, il quale, annunciando che il Comune si costituirà parte civile al processo, ha detto: “Si devono avviare le procedure per la revoca dello status con la conseguente espulsione immediata”. Quanto alla manifestazione di solidarietà organizzata per oggi dalla Lega, Vecchi ha osservato: “Le loro affermazioni sono indice di rozzezza culturale e di inadeguatezza come forza di governo. Qui parliamo della dignità di un bimbo disabile. Non mandiamo tutto in vacca“.
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