L’applicazione pratica della legge sui vaccini regala nuove sfumature, da Nord a Sud. Di segno politico più che burocratico. In Lombardia è stato deciso di tendere le mano a chi ancora non ha messo in regola i figli con le vaccinazioni obbligatorie e l’assessore regionale al Welfare questa mattina ha reso noto che “l’11 settembre nessun bambino rimarrà a casa. Abbiamo predisposto una procedura, che sarà approvata dalla giunta lunedì prossimo, che consentirà anche a coloro che non presenteranno alcuna documentazione entro il 10, di usufruire di un percorso che li porti o a recuperare una disattenzione o a superare attraverso un colloquio personalizzato con specialisti dei Centri vaccinali, i dubbi e le resistenze”.
La procedura, ha specificato l’assessore, “varrà in maniera cogente per gli asili nido, le cui regole di accreditamento sono di nostra competenza e potrà essere fatta propria da tutte le altre istituzioni o enti che hanno competenza sulle scuole materne”. Le famiglie avranno al massimo 40 giorni di tempo per mettersi in regola: entro 15 giorni dall’inizio, gli asili dovranno inviare le liste dei non vaccinati alle Asl poi vi saranno 15 giorni per la convocazione dei genitori e altri 15 per effettuare le vaccinazioni. Poi più nessuna deroga.
In Puglia, invece, il governatore Michele Emiliano ha deciso di seguire un’altra strada. Partendo dal presupposto che “i ricorsi che i cittadini faranno davanti ai giudici e poi le eventuali ordinanze dei giudici alla Corte costituzionale hanno buone prospettive di successo“, l’esponente del Pd ha annunciato che la Regione assisterà i cittadini nei ricorsi stessi. Emiliano ha precisato di essere “contrario a questa legge: sono convinto – ha detto – che l’obbligo stia costruendo una opposizione alla volontà di vaccinarsi più forte di quella che esisteva in precedenza”.
Il presidente pugliese ha ricevuto pieno appoggio dal Codacons: “Emiliano ha messo l’accento sui difetti e le mancanze della norma sull’obbligatorietà vaccinale – spiega una nota -. Ora faccia di più, dimostri con i fatti la contrarietà alla legge Lorenzin intervenendo nel giudizio davanti alla Corte Costituzionale”. Molto critico, per contro, l’Ordine dei medici di Bari che, per bocca del numero uno Filippo Anelli, ha fatto sapere: “Credo sia opportuno che la politica faccia un passo indietro nel rispetto delle prerogative della scienza”.
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