In assenza di denuncia, il Questore può ammonire un minore che abbia commesso atti di cyberbullismo, invitandolo a non ripetere quella condotta. Questa una delle novità della legge 71 del giugno scorso, di cui si parlerà questa mattina dalle 9 alle 12,40 durante la tavola rotonda “Io bullo, tu bulli, egli bulla…noi vinciamo i bulli” organizzata da “Cuore e Territorio” al Salone Boicelli di via Antica Milizia 54 a Ravenna. Tra gli interventi, ci sarà quello di Scipione de Leonardis, primo dirigente anticrimine della Questura di Ravenna.
Avete già registrato casi, in provincia?
“Ancora no. La legge è molto recente, la scuola è appena iniziata. L’ammonimento per i minori non è ancora un istituto conosciuto, lo sarà non appena le campagne informative prenderanno piede e daranno i loro frutti. I ragazzi e le famiglie, con tutta probabilità, non sanno dell’esistenza di questa possibilità”.
In che cosa consiste, esattamente?
“Il minore che abbia subito minacce, ingiurie, diffamazione o che sia vittima del trattamento illecito dei dati personali, insieme a un genitore può presentare un’istanza in Questura, portando i messaggi o la schermata incriminata. A quel punto, si cerca di individuare l’autore della frase, della foto o del video e lo si convoca insieme a un genitore”.
A che cosa mira, esattamente, l’ammonimento?
“A tutelare sia la vittima che l’autore. Per chi è oggetto di cyberbullismo è una strada più semplice della denuncia per provare a evitare di ricadere nella stessa trappola. Il ‘carnefice’, a sua volta, non viene posto immediatamente sotto la norma penale”.
Non si rischia che sia una misura troppo soft, per quest’ultimo?
“No, la procedura dell’amminimento finisce comunque nei verbali di polizia, dove rimane fino al compimento del 18esimo compleanno. Se, per esempio, vorrà iscriversi a un’accademia, quel fatto emergerà. Essere chiamati in Questura con i genitori, poi, non è cosa di poco conto: significa che la famiglia prende consapevolezza dei comportamenti del figlio. In questo senso, l’ammonimento può avere grande rilevanza in chiave informativa, preventiva ed educativa, pur senza traumatizzare il sogetto che si è reso autore di quei fatti. Il problema, quando parliamo di cyberbullismo, è infatti l’isolamento delle vittime. Che possono arrivare anche a farla finita. Noi dobbiamo evitare tutto questo”.
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