Il punto nascita sta chiudendo in virtù di quel processo che gli amministratori della sanità chiamano ‘razionalizzazione’ e ‘massima efficienza’ ma che il cittadino percepisce come ‘disservizio’ e ‘massimo disagio’. Per questo e perché non era stata ritenuta un caso urgente dai medici, una donna di 23 anni alla 34esima settimana di gravidanza è stata dimessa dall’ospedale “Ferrari” di Casarano (in provincia di Lecce) con l’invito a recarsi nelle struttura di Tricase, a 25 chilometri di distanza. Il problema è che la donna, poco prima delle sei di mattina, ha cominciato a partorire sulla soglia della prima struttura, non appena è stata dimessa. Per strada, in pratica. Le prime cure le sono state prestate da un vigilante e poi è stata trasferita nell’apposito reparto dove ha potuto dare alla luce una bambina (che quindi è nata prematura) che gode di ottima salute, così come la madre.
Come riportano i media locali, dal 27 settembre l’unità di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Casarano avrebbe dovuto cessare i ricoveri e fatto partorire soltanto le donne già presenti a quella data mentre fino ad oggi, 3 ottobre, sarebbero state garantite le urgenze. Il ginecologo di turno, però, o ha sottovalutato il caso della 23enne o si è dimostrato troppo zelante nei confronti del nuovo Piano di riordino ospedaliero, che prevede l’accorpamento di reparti e funzioni tra diverse strutture della Puglia. L’Asl di Lecce ha avviato verifiche ed ha chiesto l’acquisizione delle cartelle cliniche per accertare eventuali colpe del personale dell’ospedale di Casarano.
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