Anna Spagnoli: “La mia maratona dopo il carcinoma”

E’ piccolina ma è una grande donna, mamma e atleta. Pesa sì e no 50 chili ma ha una forza straordinaria. Fisica e d’animo. Anna Spagnoli è la campionessa italiana di maratona over 45. Un titolo che ha conquistato a Verona lo scorso 19 novembre. Forlivese, classe 1972, Anna, ex atleta elite di ciclismo, dal 2010 si è buttata nel podismo ma nell’ultimo anno ha rischiato di perdere tutto per un nodulo maligno alla tiroide. Poi, proprio quando era sul punto di dire basta, è tornata più forte di prima.

La sua storia è esemplare: dimostra come non arrendendosi neanche di fronte alle difficoltà più impervie, alla fine, nello sport come nella vita, i risultati arrivano. Ed è ancora più apprezzabile se si pensa che questa donna riesce a mettere brillantemente assieme lavoro, impegni familiari e attività agonistica. In tutto questo ha sconfitto una malattia che l’aveva letteralmente inchiodata ad un divano. “Da anni mi portavo dietro problemi di ipertiroidismo – spiega -. Poi a dicembre 2016 sono stata operata per l’asportazione della tiroide a causa di un nodulo maligno“. L’intervento, eseguito all’ospedale di Forlì, riesce perfettamente ma Anna non è più quella di prima: “Ero distrutta, volevo tornare a fare sport ma non ne avevo le forze – racconta -. Non riuscivo a correre neanche 30 minuti di seguito. All’improvviso era come se non avessi più benzina. Ero costretta a fermarmi e facevo fatica perfino a tornare a casa camminando”.

Il primo pensiero che passa per la testa è ottimistico: “In fondo potevo fare una vita normale, la salute non era compromessa e il carcinoma sconfitto. Perché abbattersi?“. Poi una riflessione più approfondita: “Io voglio continuare a fare sport, perché rinunciare?“. Scatta così la ricerca dello specialista che si conclude con il professor Fabrizio Angelini di Empoli. Un vero luminare nel campo dell’endocrinologia e della nutrizione sportiva: a lui si sono affidati atleti e società blasonate. Solo per citarne qualcuna: la Juventus, la Nazionale di calcio, l’accademia di piloti di Valentino Rossi, la Sampdoria, la Roma… E anche Anna Spagnoli, stella dell’Edera Forlì. Un astro che però alla prima visita brillava molto poco: l’umore era veramente sotto i tacchi.

Il prof cambia subito il dosaggio all’atleta forlimpopolese che nel giro di poche settimane comincia a riacquistare fiducia: “Mi ricordo – racconta Anna- che un giorno ho preso le scarpe da running e le stavo per gettare nel bidone dei rifiuti, avevo deciso che non avrei più corso e che mi sarei accontentata di una vita da sedentaria. In fondo mi bastava stare bene”. Invece cominciano i progressi: “Sono ripartita da zero ma in breve ho fatti passi da gigante”. Un recupero a tempo record. Il segreto è proprio nel dosaggio del medicinale che sostituisce e regola la funzionalità della tiroide: “Altrove mi dicevano che i parametri erano giusti e che dovevo continuare così almeno per sei mesi ma non consideravano la mia attività sportiva; il professor Angelini invece ha ridosato immediatamente tutto proprio in funzione di quest’ultima”.

In estate scatta la scintilla. “Col mio allenatore ci siamo chiesti se non era il caso di provare a preparare la maratona di Verona, quella che vale il campionato italiano”. Da quel momento la strada è in discesa: “Neanche un infortunio o un contrattempo, è andata alla grande”. Il giorno della gara, neanche un anno dopo l’asportazione della tiroide, è un trionfo: arriva un terzo posto assoluto tra le donne e il primo nella categoria over 45 (con il titolo italiano, dunque) con uno stratosferico 2 ore 39 minuti e 8 secondi, con il primato personale abbattuto di quasi tre minuti. Non solo Anna è tornata ma è più forte di prima. Per dare un’idea, ha corso per 42 chilometri e 195 metri alla media di 3’46” al km, alla velocità costante di quasi 16 km/h, roba che è preclusa anche a moltissimi uomini. Il suo tempo è il secondo di sempre in Italia per una donna della sua età!

Un risultato straordinario ottenuto senza tralasciare gli impegni professionali e la famiglia: “Lavoro in una gioielleria di Forlì, Perladonna gioielli, e devo accudire i miei figli, Nicolas di 14 anni e Thomas di 8. Sono nati nella pausa che mi sono presa tra il ciclismo e il podismo. Col primo sport smisi dopo il Giro d’Italia 2001, con il secondo ho cominciato nove anni più tardi”. Ha incastrato tutto, alla perfezione, come sempre. E non è ancora finita: nuovi traguardi attendono Anna Spagnoli.

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