Un po’ se lo aspettavano. Ma che il dato fosse così macroscopico, quello no. In Emilia-Romagna il 50% enti locali promuove attività a contrasto della violenza e degli sterotipi di genere. Ma sull’educazione alla sessualità e all’affettività, così come sul contrasto all’omofobia e al bullismo omofobico, si fa ben poco. Solo il 6%, infatti, se ne occupa. Lo ha scoperto l’associazione bolognese “Il progetto Alice” con la ricerca “Primo passo: educare” presentata mercoledì scorso durante il convegno “Di pari passo”.
A parlarne è una delle soci fondatrici, Giulia Selmi: “Dal 2014, quando l’associazione è nata, abbiamo lavorato moltissimo, soprattutto con l’adolescenza, nell’ottica che l’educazione è un potentissimo strumento di trasformazione sociale e nella direzione di garantire a bambini e ragazzi vite più eque e più libere. Come noi, in tutta la regione ci sono diversi soggetti del privato sociale che se ne occupano. Così come enti locali che prendono in carico i temi a noi cari. Uno dei problemi, però, è che nonostante la vivacità e l’attenzione in materia di educazione alle differenze, i tanti progetti esistenti non sono coordinati tra loro, non sono in rete. Senza contare che, ancora, i temi della sessualità, dell’orientamento sessuale e dell’omofobia non hanno cittadinanza e sono marginali rispetto al resto”.
Tra i motivi che spiegano questa resistenza c’è, secondo Selmi, la grande polemica sulla cosiddetta ideologia “gender” e le ritrosie dei genitori, come aveva sottolineato anche Paola Marmocchi, responsabile – per il distretto bolognese – del progetto della Regione “W l’amore“: “Putroppo – spiega Selmi – alcuni argomenti soffrono ancora di un’alta stigmatizzazione sociale e di un bassissimo interesse istituzionale. Faticano, di conseguenza, a entrare nelle scuole. Noi vogliamo sottolineare che va benissimo se la scuola si occupi di violenza e stereotipi ma dovrebbe occuparsi anche del resto. Non è che un tema escluda l’altro, anzi. Vanno di pari passo”.
A questo proposito, in occasione dell’8 marzo Il progetto Alice lancerà il proprio sito e dei learning kit per lavorare proprio sui temi scoperti: “Mancano anche strumenti di lavoro, ecco perché ci siamo attivamente organizzate in questo senso. Certo è che senza una sensibilità dal basso e dall’alto, si va poco in là”.
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