Alice Lucchi

Nei giorni scorsi le dichiarazioni di Catherine Deneuve hanno riportato al centro del dibattito mediatico il tema delle molestie sessuali tracciando però una linea di demarcazione molto netta tra stupri, abusi e violenze e altri comportamenti quali avances, corteggiamenti e manifestazioni di interesse sessuale che gli uomini rivolgono alle donne senza che in questi approcci si debba ravvisare una mancanza di rispetto o di violazione della dignità delle donna. Insomma, come è stato sintetizzato dai media, secondo la Deneuve, che ha chiesto uno “stop alla caccia alle streghe”, ‘provarci’ è un diritto degli uomini.

Io condivido questa linea di pensiero e penso che equiparare un corteggiamento (magari anche fastidioso o inopportuno) a una molestia sessuale sia un’assurdità che manca di rispetto innanzi tutto alle vittime di stupri “effettivi”. Da più parti vedo che si fa molta leva sul concetto di consenso: come se un uomo per fare un complimento o tentare di sedurre una donna dovesse prima assicurarsi di avere il di lei consenso, qualcosa tipo: “Ciao, ti trovo molto bella e interessante: mi dai il permesso di provarci con te?”. Sarebbe demenziale un approccio del genere, ne converrete tutti… un uomo ha il diritto di provarci, così come una donna ha il sacrosanto diritto di rifiutare le avances. Mi sembra che sia tutto molto lineare. Certo, se un uomo, dopo aver ricevuto un “no”, insiste e diventa inopportuno e ossessivo, la situazione è già diversa e infatti la normativa sullo stalking protegge le donne esposte a simili vessazioni, che non hanno più nulla a che fare con un avance, ma rientrano in comportamenti persecutori e giustamente perseguibili per legge.

Negare che un uomo possa manifestare il proprio interesse per una donna o viceversa sarebbe un chiaro segnale di una forma di sessuofobia dilagante, ed è strano che a sostenere questa linea di pensiero siano spesso donne che hanno fatto battaglie femministe quali la libertà sessuale e la lotta contro tutte le forme di repressione dei nostri istinti sessuali che non devono soggiacere a moralismi o essere limitati da mentalità bigotte e sessuofobiche. Davvero è questa la cosa che fatico a capire più di tutte: come si concilia l’ inneggiare alla libertà sessuale con la demonizzazione di avances e approcci seduttivi ? Trovo una grande contraddizione in tutto ciò, al limite dell’ipocrisia… Una donna libera e sicura di sé che vive il sesso in modo ludico come può sentirsi offesa da un corteggiamento? Dove viene lesa la sua dignità se un uomo le dice che è bella e che la trova seducente? E cosa ha che fare questo con le molestie e gli abusi sessuali?

Una molestia per me ha contorni ben definiti: ci deve essere un comportamento che minaccia la mia incolumità, un ricatto con cui mi si chiede un favore sessuale in cambio magari di un avanzamento di carriera, per arrivare ai casi più gravi di stupro o di prevaricazione psicologica o fisica. Queste per me sono molestie, e devono essere denunciate, possibilmente non vent’anni dopo che sono accadute. Ho letto commenti irripetibili sulla Deneuve proprio dalle paladine che vorrebbero difendere la dignità delle donne. Questo è un altro paradosso che mi ha lasciato basita.