Influenza e bambini: cosa fare

L’influenza ha raggiunto il suo picco in questi giorni e, come al solito, tra i più colpiti vi sono i bambini. Le caratteristiche di quella di quest’anno sono: tosse con catarro accompagnata a volte da diarrea e da una febbre più lunga del solito (fino a 8-10 giorni) e ad andamento bifasico”: primi 3-4 giorni di febbre, poi un paio di giorni di miglioramenti e ancora altri giorni di febbre. L’analisi del malanno stagionale per eccellenza viene fatta dal portale “Faro pediatrico“.

Lo specialista spiega che “tale febbre appare solitamente abbastanza ben tollerata: vi parlo di bimbi che continuano a giocare e sorridere nonostante 38-39°C, che dopo tachipirina o nurofen sfebbrano a sufficienza (anche se non sempre del tutto), e che riescono a idratarsi e mangiare, anche se un po’ meno del solito”. Quanto all’antibiotico che “non cura i virus dell’influenza” deve essere è preso solo prescrizione pediatrica in caso di complicazioni (una tipica è l’otite).

Il medico poi mette in guardia contro “l’ansia genitoriale” che porta alla cura fai da te a base di antibiotici: “Con l’influenza di quest’anno – spiega lo specialista di Faro Pediatrico – accade però che poi vanno in panico dopo 2-3 giorni perché la febbre non passa nonostante l’antibiotico, e iniziano le corse al pronto soccorso”. Altro errore è riempire i bambini di antipiretici come la tachipirina e intossicare il fegato, esposto al rischio di ipertransaminasemia ed epatotossicità “specie laddove la somministrazione diventi compulsiva ogni quattro ore e giorni e giorni”. I consigli che vengono forniti dunque sono i seguenti.

1. L’influenza nella maggior parte dei casi non necessita né di antibiotici né di antivirali: è una patologia autorisolutiva.

2. Gli antibiotici non debellano i virus influenzali.

3. Gli antibiotici usati per le complicazioni dell’influenza come l’otite potrebbero essere inefficaci contro la febbre.

4. Evitare abusi di antipiretici. In particolare non superare le 5 somministrazioni al giorno se usati in dose minima rispettando le 4 ore (almeno) fra una e l’altra. Oppure 4 somministrazioni al giorno in dose massima con intervallo di 6 ore almeno. Al terzo giorno in ogni caso va consultato il pediatra.

5. Meglio un bambino che tollera bene la febbre alta (38-39°) continuando una vita più o meno normale (gioco, pasti dcc ecc) piuttosto che un bambino con il fegato affaticato da dosi massicce di paracetamolo.

6. L’antivirale deve essere prescritto solo ed esclusivamente dal pediatra tenuto conto delle specificità del bambino e della patologia.

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