Il comitato Art.32 Libertà e Salute di Faenza, nato nella scorsa estate per tutelare la libertà di scelta in ambito sanitario, “si è rivolto a tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale a Faenza per chiedere quanto già approvato in diversi comuni, quali ad esempio Firenze, Torino, Trento, Roma, e regioni, quali Toscana, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Piemonte: il rispetto della legge 119/2017, e quindi l’impegno della giunta e del sindaco a far terminare regolarmente l’anno scolastico 2017/2018 a tutti i bimbi 0-6 che non abbiano completato il ciclo vaccinale richiesto da tale legge, ma che abbiano cominciato l’iter richiesto dalla legge stessa“. Lo spiega lo stesso comitato in una nota.

 

“Premettiamo che il comitato è apartitico. La mozione era stata inviata con largo anticipo al presidente del consiglio comunale, Maria Chiara Campodoni, e a tutti i capigruppo. Purtroppo il Pd non se l’è sentita di portarla in consiglio all’unanimità. Si sono resi disponibili a fare da portavoce di tale mozione M5S, Lega, Rinnovare Faenza – prosegue la nota -. Lunedì sera 29 gennaio 2018 al momento della discussione della mozione erano presenti in sala diversi rappresentanti del comitato, che sono rimasti assai allibiti nel veder presentare dai gruppi di maggioranza e dal gruppo “L’altra Faenza” una mozione incidentale (che di fatto è ben diversa da quella proposta e approvata anche in molti comuni e regioni a guida PD). Siamo rimasti molto delusi dal comportamento avuto nei confronti di famiglie che, preoccupate per i loro figli, si rivolgono a chi siede in consiglio per tutelare la comunità, poiché la mozione incidentale poteva essere portata a conoscenza del comitato nei giorni precedenti portando avanti quei tentativi di dialogo più volte cercati dai membri del comitato stesso”.

“È dunque stata approvata la mozione incidentale a firma PD e MDP – conclude il documento – che di fatto non impegna la giunta e il sindaco di Faenza a fare alcunché, bensì invita il ministero della Salute e la Regione a fare chiarezza con i responsabili degli istituti scolastici. Non pensiamo che questa richiesta riuscirà a mitigare i molti problemi e tensioni tra le famiglie e le scuole che inevitabilmente ci saranno dopo il 10 marzo”.