Adolescenti e canne, a Forlì per i genitori arriva Cannarino

Tra pensare che una canna sia il primo passo verso la tossicodipendenza e credere che fare uso di cannabis sia uno sciocchezza c’è una sana via di mezzo. Ed è proprio nello spazio tra i due estremi che si colloca il progetto Cannarino lanciato circa un anno e mezzo fa dall’Unità operativa Dipendenze Patologiche di Forlì e che ora diventa ufficiale. A coordinarlo è il direttore del servizio Edoardo Polidori, che negli ultimi anni ha registrato un sempre più frequente e sempre più precoce consumo di cannabis da parte degli adolescenti e dei giovani in generale.
Dottore, a chi si rivolge Cannarino?
“Ai genitori i cui figli si stanno avvicinando o si sono da poco avvicinati alle canne. Ultimamente le segnalazioni delle famiglie, delle prefetture ma anche la nostra percezione ci suggeriscono che l’argomento è sempre più centrale nel percorso di crescita dei ragazzi. La domanda che ci dobbiamo porre è questa: sottostimiamo il rischio o, al contrario, ci preoccupiamo troppo? Nel rispondere e dare dritte ai genitori, interveniamo noi con il nostro sportello d’ascolto, che definirei informalmente un luogo dedicato alle mamme e ai papà di chi inizia a pasticciare con le sostanze”.
L’ottica è preventiva?
“Assolutamente sì. Il nostro preciso intento è quello di smussare le asperità che si creano in famiglia in queste situazioni ed evitare censure, tabù, spedizioni poliziesche dei genitori nelle stanze dei figli. Non diremo mai che i ragazzi in questione finiranno un giorno a consumare eroina, così come non affermeremo mai che farsi una canna è una cavolata. Vogliamo, invece, restituire libertà e responsabilità nelle scelte, informando correttamente”.
Ma in generale quando un genitore deve allarmarsi?
“Io farei un passo indietro. I genitori, così come gli insegnanti, gli educatori e le forze di polizia, devono già preoccuparsi quando un ragazzo fuma una sigaretta, che è il primo passo per assaporare la dipendenza e la trasgressione. Trovo drammatico che gli adulti siano indifferenti al consumo di sigarette da parte di chi è minorenne. C’è persino una legge che vieta la vendita di sigarette ai minori di diciotto anni. E le leggi vanno rispettate. Anche perché spesso hanno un senso: nella letteratura scientifica il fumo di sigaretta in età precoce è considerato come una profezia di sciagura”.
Affrontare il tema della cannabis con i propri figli ha, quindi, altri risvolti?
“Assolutamente sì. Consente di aprire il dialogo anche su altri fronti, come quello della libertà e della legalità”.

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