Nell’asilo l’educazione sarà “basata sui valori della cura dell’ambiente, sul rispetto dell’altro, sulla decostruzione degli stereotipi e sulla partecipazione attiva“. Questo significa niente grembiulini rosa e azzurri, niente giochi con macchinine e mostriciattoli per i maschi e niente bambole e cucine per le femmine. Succede all’Università di Torino dove sta per partire l’asilo aziendale, dedicato a dipendenti e studenti con figli. Un’educazione paritaria, come avviene nel Nord Europa e che ha già sollevato le proteste di alcune forze politiche tradizionaliste. In particolare a scagliarsi contro la “teoria gender” è la Lega mentre il Movimento 5 stelle, che amministra la città, difende l’iniziativa.
Il gruppo Studenti indipendenti, coinvolto nella vicenda, spiega: “Il progetto avrà una forma sperimentale con formazione innovativa dei e delle tirocinanti che si occuperanno dei e delle minori”. Aggiunge il rettore Gianmaria Ajani in un intervento sul quotidiano la Repubblica: “Come ateneo useremo criteri rispettosi dei diversi orientamenti di genere per realizzare la nuova struttura”.
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