“Il bene si fa in silenzio”. Raffaella Di Vaio, illustratrice faentina, ha sempre fatto volontariato senza sbandierarlo. Ma dopo aver chiamato il parrucchiere e averne colto la sorpresa, dopo avere risposto al primo commento sul suo drastico taglio di capelli, ha deciso di diffondere il suo gesto, se non altro per informare quante più persone possibile di un’opportunità che forse poche persone, ancora, conoscono: quella di donare i propri capelli (venti centimetri almeno) per realizzare parrucche da destinare alle donne sottoposte a chemioterapia.

C’è voluto tempo, per riuscirci: “Ho fatto crescere i capelli fino alla vita, ormai non li sopportavo più. Ma ero molto motivata ad aiutare una donna, anzi non solo una. Le parrucche, una volta che non servono più, vengono risistemate per altre pazienti. Volevo solo assicurarmi che non ci fossero soldi da sborsare da parte delle donne malate”.

Così, dopo una lunga ricerca, Raffaella si è affidata alla Tricostar, che collabora con la Fondazione Prometeus, a sua volta autrice del progetto Smile: “Il mio parrucchiere, dopo che gli ho spiegato la mia richiesta, si è documentato per capire il da farsi. E dopo aver imbustato le mie trecce, ho deciso di fare un montaggio delle immagini dei vari passaggi. Ne è nata ‘La ricetta per il sorriso’, i cui ingredienti sono davvero semplici: chioma di almeno venti centimetro, ottimo hairstylist, elastici, buste“.

Tra almeno un anno e mezzo-due, quando i capelli saranno ricresciuti abbastanza, Raffaella è intenzionata a ripetere il gesto: “Credo sia importante che si sappia. Una donna può essere sensibile al tema e farsi allungare i capelli apposta. Un’altra, magari, può optare per un taglio drastico per altri motivi. Sapere della donazione potrebbe convincerla a donare”.