L’obiettivo è quello di aumentare il numero dei bambini iscritti agli asili nidi o ai servizi educativi a loro dedicati. E questo diventa possibile riducendo le liste d’attesa e il costo delle rette a carico delle famiglie. Sono i contenuti prioritari del nuovo programma triennale (2018-2020) della Regione Emilia-Romagna con cui viene finanziato e qualificato il sistema socio-educativo dell’Emilia-Romagna per la fascia d’età 0-6, cui si aggiunge l’impegno per promuovere la diffusione sul territorio regionale dei Poli per l’infanzia, strutture che accorpano i nidi e le materne, per favorire la continuità educativa dei più piccoli,dalla nascita fino a 6 anni.
Per raggiungere questi risultati, i Comuni avranno a disposizione dalla Regione oltre 33 milioni di euro, a cui si aggiungeranno fondi statali, non ancora quantificati, ma che nel 2017 hanno superato i 20 milioni. Il provvedimento, appena licenziato dalla Giunta, entro giugno sarà all’esame dell’Assemblea legislativa per il via libera definitivo.
“Agevolare le famiglie e qualificare ulteriormente i servizi per l’infanzia è una nostra priorità – spiega la vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini-. Con i nuovi indirizzi in prospettiva zero-sei programmiamo con attenzione le risorse regionali e statali, in modo da garantire ai Comuni sicurezza sugli stanziamenti e, soprattutto, consentire strategie innovative, prima non sempre possibili. Fissiamo come prioritari la diminuzione delle rette, l’abbattimento delle liste d’attesa e l’aumento delle convezioni con il sistema del privato sociale, promuovendo al tempo stesso maggiori opportunità di formazione degli educatori e l’ulteriore miglioramento dei servizi. A questo proposito mi preme sottolineare la rilevanza che ha per la nostra Regione il sistema integrato di servizi per l’infanzia: un sistema che garantisce il pluralismo nell’offerta, una collaborazione virtuosa tra istituzioni e soggetti privati e una costante ricerca dell’innovazione”.
Con uno stanziamento di oltre 11 milioni di euro l’anno (quelli relativi al 2018 già messi in bilancio),la Regione si impegna dunque per il prossimo triennio a sostenere concretamente gli Enti locali e le loro forme associative nella gestione dei servizi educativi per la prima infanzia. I fondi, regionali e statali, saranno ripartiti a livello territoriale in base al numero dei bambini iscritti ai servizi educativi e ai centri per bambini e genitori presenti nei singoli Comuni.
Le risorse – come prevede espressamente il nuovo programma – dovranno essere utilizzate anche per contenere i costi delle rette a carico delle famiglie e ridurre le liste d’attesa per le iscrizioni; serviranno a garantire il funzionamento dei coordinamenti pedagogici territoriali e la formazione degli operatori dei servizi educativi; e, inoltre, a valorizzare nel suo insieme il sistema pubblico-privato dei servizi per l’infanzia, tramite la promozione dello strumento delle convenzioni.
Ma gli indirizzi di programmazione prevedono un’altra novità: la graduale promozione sul territorio regionale dei “Poli per l’infanzia”, che riuniscono in un unico o più edifici vicini gli asili nido e le scuole per l’infanzia con l’obiettivo di assicurare la continuità educativa ai bambini dalla nascita fino a 6 anni; dando così piena attuazione al Sistema integrato di educazione e di istruzione 0-6 anni introdotto dalla legge nazionale 107 del 2015 (la cosiddetta legge della “Buona scuola”).
Il sistema dei servizi educativi per la prima infanzia in Emilia-Romagna è rappresentato da: nidi d’infanzia, che possono accogliere bambini in età 3 – 36 mesi, sia a tempo pieno che a tempo parziale, organizzati con modalità diversificate in riferimento ai tempi di apertura (tempo pieno e part-time) e alla loro ricettività; servizi domiciliari organizzati in piccoli gruppi educativi; servizi integrativi, come lo Spazio bambini e i Centri per bambini e famiglie.
Secondo i dati dell’Osservatorio regionale per l’infanzia e l’adolescenza riferiti all’anno educativo 2016-2017, in Emilia-Romagna i bambini da 0 a 3 anni iscritti nei 1.225 servizi educativi erano oltre 33 mila, il 30,6% dei bambini di questa fascia d’età residenti in regione (107.737). Nell’area metropolitana di Bologna i servizi sono 297 e gli iscritti 8.988. Nelle altre Province: Modena (186 servizi, 5.261 iscritti), Reggio Emilia (148 servizi, 4.303 iscritti), Ravenna (134 servizi, 2.951 iscritti), Parma (126 servizi, 3.474 iscritti), Forlì- Cesena (111 servizi, 2.518 iscritti), Ferrara (91 servizi, 2.290 iscritti), Piacenza (70 servizi, 1.436 iscritti), Rimini (62 servizi, 1.823 iscritti).
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