E’ saltata la corrente elettrica e per il pasto a scuola 4mila bambini si sono dovuti accontentare di pasta in bianco, tonno e fagioli. Si tratta solo dell’ultimo inconveniente che colpisce il centro pasti di via Erbosa, a Bologna. Infatti Ribò, la società – formata da Gemeaz Elior e Camst – che gestisce il servizio di refezione per 18mila alunni delle scuole bolognesi, in passato era finita al centro delle polemiche a causa di ritardi nei pasti, scioperi e contestazioni varie da parte di genitori e rappresentanti politici.
L’annosa questione riguarda proprio lo stesso centro, destinato ad essere sostituito da uno più moderno e funzionale al Lazzaretto che è drammaticamente in ritardo: avrebbe dovuto essere pronto per settembre prossimo ma l’amministrazione ha già messo le mani avanti specificando che “alcune difficoltà tecniche durante l’esecuzione dei lavori preliminari di urbanizzazione” causeranno un sostanzioso slittamento. Se ne riparlerà all’inizio dell’anno scolastico 2019-2020. Il menu di emergenza non è piaciuto al consigliere comunale di Forza Italia Francesco Sassone che ha chiesto di non far pagare il pasto di ieri alle famiglie.
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