Lo maltrattavano al punto da arrivare a rinchiuderlo in una valigia per convincerlo che le loro minacce di rispedirlo all’estero, nel suo Paese di provenienza, erano veritiere. E’ la triste storia di un bambino giunto in Italia a sette anni per raggiungere la madre che nel frattempo si era sposata di nuovo e aveva avuto un altro figlio.

Il primogenito ha avuto molte difficoltà ad integrarsi nel nuovo nucleo familiare. Non per colpa sua: i media locali – la vicenda si è svolta in provincia di Como – lo descrivono come un bambino intelligente e pronto, e con una capacità sopra la media di imparare la lingua italiana. Il problema erano i genitori che lo hanno umiliato e maltrattato per anni. Fisicamente e psicologicamente. Come documentato dalle indagini, il bambino è stato insultato, preso a cinghiate e a calci, costretto ad inginocchiarsi sui chicchi di grano e altre violenze del genere. Quando è stato interrogato, il piccolo aveva lividi ovunque ma l’aspetto che ha stupito di più gli inquirenti è stata, appunto, la punizione della valigia. Adesso la madre e il compagno – che negano tutti dicendo che gli episodi sono frutto della fantasia del piccolo – sono a processo per maltrattamenti mentre il bambino è stato affidato a una comunità.