Ergastolo per Matteo Cagnoni. E’ questa la pena, il massimo previsto per il nostro ordinamento, per il dermatologo ravennate, accusato di avere ucciso la moglie Giulia Ballestri, dalla quale si stava separando, il 16 settembre 2016. Sì, è stato lui a massacrare la donna a bastonate nella meravigliosa villa di famiglia progettata dall’architetto Giulio Arata in via padre Genocchi, accanto ai giardini pubblici. Così ha deciso la giuria della corte d’assise di Ravenna formata da otto giudici, due togati (con il presidente Corrado Schiaretti) e sei popolari, accogliendo la richiesta del pm Cristina D’Aniello. 

L’unica richiesta del pm che invece è stata bocciata è quella dell’isolamento diurno nel primo anno di detenzione. La Ballestri, 39, anni, madre di tre figli, morì dopo una lunga agonia. L’imputato, 53 anni, rampollo di una famiglia molto nota in città e abituale ospite in tv nonché commentatore di riviste e brillante frequentatore di circoli, non era in aula al momento della lettura della sentenza che lo condanna – almeno in primo grado – al carcere a vita per omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e della crudeltà. Cagnoni si è sempre proclamato innocente e l’ultima volta in aula ha detto ai presenti: “Amavo Giulia”. Conseguentemente il suo avvocato ne aveva chiesto l’assoluzione.