La mamma chiacchiera, il figlio distrugge una scultura: maxirisarcimento

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La mamma chiacchiera, seduta con un’amica, mentre il figlio, 5 anni, gioca a rincorrersi con un amichetto. Poi il piccolo combina il guaio: mentre la donna continua a conversare amabilmente, il bambino distrugge un’opera d’arte. E, come si usa dire, chi rompe paga: il conto è salatissimo dato che alla famiglia sono stati chiesti 132mila euro di risarcimento danni.

La vicenda si è verificata nelle scorse settimane a Overland Park, un cittadina del Kansas, negli Stati Uniti. Come documenta il video girato dalle telecamere di sorveglianza della struttura, madre e figlio si trovavano nella hall di un albergo, il Tomahawk ridge community center, quando il piccolo, che già da un po’ scorrazzava liberamente assieme ad un coetaneo, si è letteralmente aggrappato alla scultura denominata “Aphrodite di Kansas City”, opera dell’artista locale Bill Lyons. La statua ha cominciato ad oscillare, si è inclinata verso il pavimento, poi è crollata travolgendo il piccolo e ferendolo leggermente al volto.

Solo a quel punto la madre si è alzata e si è resa conto di quello che era successo. Troppo tardi, ormai. Il danno era stato fatto. A stretto giro di posta la donna, tale Sarah Goodman, ha ricevuto una lettera dalla compagnia assicuratrice della municipalità di Overland Park – che aveva prestato l’opera all’albergo – con una richiesta danni decisamente alta: 132mila dollari.

La famiglia si è sentita in difficoltà (ha definito la cifra “astronomica”) e sta provando a risolvere la questione tramite la propria compagnia di assicurazione. Come giustificazioni la donna ha provato a fare notare che la statua era eccessivamente esposta al pubblico, non si trovava in un luogo protetto e appartato, non aveva protezioni in plexiglass, barriere o altro che potesse rinforzare la stabilità della base. Inoltre mancava un cartello con l’avvertenza di non toccare.

In casi come questi, è utilissimo avere sottoscritto una polizza di assicurazione del cosiddetto padre di famiglia. Si tratta però di una pratica non diffusissima: secondo le ultime statistiche disponibili, in Italia solo una famiglia su quattro possiede la polizza Rc capofamiglia, prezioso strumento di difesa soprattutto per chi ha figli minorenni piuttosto vivaci.

Incidenti simili a quello avvenuto nel caso in questione sono coperti proprio dalla polizza Rc capofamiglia assieme ad altri danni provocati a terzi che possono capitare nella vita privata, in vacanza, nel tempo libero o mentre si pratica uno sport. Nonostante il nome, la polizza si estende a tutta la famiglia e non solo al (presunto) capo: la copertura è assicurata al congiunto, ai figli e agli animali che vivono in casa con il contraente.

Tra i molti fatti coperti vi sono anche quelli che possono verificarsi in casa, derivanti ad esempio dall’uso di elettrodomestici o di altri apparecchi, per non parlare del classico oggetto gettato dal terrazzo proprio dall’immancabile ‘bambino terribile’. Il costo, naturalmente, varia da compagnia a compagnia ma con meno di 100 euro all’anno si può avere una buona copertura. La sua scarsa diffusione però è dovuta al fatto che è anche relativamente poco conosciuta.

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