“Stiamo raccomandando ai pediatri di prescrivere il gioco”. Una società in cui vengono pronunciate frasi come queste si può dire felice, realizzata, attenta ai bisogni dei bambini? Il paradossale allarme arriva dall’American academy of pediatrics, l’ordine professionale dei medici che curano i bimbi statunitensi.
Queste nuove atipiche linee guida si basano su un’indagine condotta su un campione di 8.950 bambini dai tre ai cinque anni. Dall’analisi dei dati raccolti su questi piccoli in età prescolare, tra le altre cose, è emerso dimostra solo il 51 per cento di loro esce a fare una passeggiata o a giocare nel parco con un genitore. In compenso i piccoli yankee sono costretti a subire un discreto bombardamento televisivo, dato che in media passano quattro ore e mezzo davanti al piccolo schermo. E poi i tablet, i telefonini e tutti quei maledetti aggeggi elettronici che i genitori moderni affidano con grande superficialità ai figli per tenerli buoni. Minore è invece il tempo dedicato ai giochi tradizionali e a quelli all’aria aperta. Da qui la richiesta rivolta dal vertice dei pediatri statunitensi ai propri associati: prescrivere un paio d’ore di gioco, attività che per un bambino dovrebbe essere naturale come mangiare e respirare, al giorno. Americanate o…?
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