Test dna fetale: dal 2020 sarà gratuito in Emilia-Romagna

L’esame permetterà di ridurre sempre di più il ricorso a villocentesi e amniocentesi. Finora però non era eseguito dal pubblico e costava in media 700 euro

Una gran bella notizia per le donne in Emilia-Romagna: il nipt test ( o test del dna fetale) sarà gratuito dal 2020. La Regione introdurrà la fase sperimentale prima nell’area metropolitana di Bologna, poi amplierà l’offerta a tutte le emiliano romagnole, da Rimini a Piacenza.

Cos’è il Nipt Test e perché farlo

Nipt è l’acronimo di Non Invasive Prenatal Test, un test di screening innovativo, non invasivo (un semplice prelievo di sangue) e sicuro per donna e feto. Viene chiamato anche test del dna fetale e consente di prevedere con un alto grado di attendibilità alcune alterazioni dei cromosomi, e cioè le trisomie 21 (sindrome di Down), 18 (sindrome di Edwards) e 13 (sindrome di Patau), già dalla decima settimana di gestazione. Un test con una sensibilità e una specificità che arrivano all’incirca al 100% nell’individuazione del rischio di sindrome di Down e di trisomia 13, e poco inferiori nella trisomia 18.  Il Nipt riduce sensibilmente il ricorso ad amniocentesi e villocentesi, che presentano dei margini di rischio, anche se minimi, e possono costituire una preoccupazione per la donna.

Quanto costa il test del Dna Fetale e le novità in regione

Il Nipt test finora non veniva rimborsato dal Servizio sanitario regionale, e poteva essere eseguito solo ricorrendo a laboratori privati, con un costo medio di 700 euro. Già nella fase pilota sarà offerto in modo completamente gratuito. Si stima che non meno del 70% delle gestanti, a regime, faranno richiesta di effettuare il Nipt che gli esami invasivi (villocentesi, amniocentesi) non necessari diminuiranno circa del 50%.

L’’Emilia-Romagna la prima Regione in Italia ad introdurlo gratuitamente per tutte le donne residenti in stato di gravidanza, indipendentemente dall’età e dalla presenza di fattori di rischio. Da gennaio 2020 sarà avviata una fase pilota della durata di nove mesi che riguarderà l’area metropolitana di Bologna, durante la quale il test sarà proposto con specifica informativa e a costo zero alle donne (residenti a Bologna) che prenotano test di diagnostica prenatale – il cosiddetto ‘test combinato’ – nelle strutture del Servizio sanitario regionale (ogni anno, in Emilia-Romagna, sono poco meno di 15.000 le donne che si sottopongono al test combinato). Al termine del periodo pilota, sarà esteso gratuitamente a tutto il territorio sempre nelle strutture pubbliche. Così si prevede che amniocentesi e villocentesi saranno sempre meno utilizzate per sapere se il feto presenta o meno alterazioni cromosomiche.

Il percorso pilota: tempi e luoghi

Per l’introduzione del NIPT nelle strutture del Servizio sanitario regionale è prevista una fase pilota della durata di 9 mesi, necessari ad attivare e consolidare la piattaforma tecnologica e il percorso logistico (raccolta e “movimentazione” dei campioni di sangue). In questo primo periodo, il servizio sarà offerto alle residenti nell’area metropolitana di Bologna; gradualmente, si estenderà alle altre aree territoriali, per arrivare a tutte le gestanti residenti in Emilia-Romagna.

Durante la fase pilota sarà completato il protocollo operativo per l’identificazione dei punti di accesso alla prestazione (sia ospedalieri che territoriali) e il piano di informazione per gli specialisti che hanno in carico le gestanti, in modo da orientarle correttamente nel nuovo percorso regionale. Le analisi di laboratorio saranno centralizzate presso il Lum (Laboratorio Unico Metropolitano), dell’Azienda Usl di Bologna. Si tratta del principale laboratorio in Europa per volumi di attività, con 22 milioni di test all’anno e tecnologie d’avanguardia. Il Lumopera mediante un modello a rete, garantendo un altissimo livello di automazione e omogeneità strumentale e di refertazione, ed è collocato in posizione baricentrica rispetto al territorio regionale: elemento, questo, in grado di ridurre i costi legati alla logistica.

L’introduzione del NIPT: le valutazioni tecnico-scientifiche dell’Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale

In Emilia-Romagna l’introduzione del Nipt è stata valutata positivamente dal Tavolo regionale della Genetica e dalla Commissione nascita. In particolare, l’Agenzia Sanitaria e Sociale Regionale ha avuto il compito di formulare una valutazione tecnico-scientifica sul tema: l’Osservatorio regionale per l’innovazione dell’Agenzia ha analizzato, assieme a un tavolo misto, i dati scientifici a livello internazionale, e formulato raccomandazioni relative all’utilizzo e all’inserimento dei nuovi test genetici nell’attuale percorso di indagini prenatali per la diagnosi delle trisomie 13, 18 e 21. Ed ha confermato che quest’inserimento comporterebbe una riduzione delle trisomie non diagnosticate e una sostanziale riduzione dei test invasivi non necessari. Anche la Commissione Nascita regionale si è espressa a favore dell’introduzione del NIPT test.

“Siamo i primi ad offrire questo screening a costo zero a tutte le donne in gravidanza residenti, indipendentemente dall’età e dal rischio- spiegano il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e Sergio Venturi, assessore alle Politiche per la salute-. Il Nipt è considerato all’unanimità, sulla base delle evidenze scientifiche, il test di calcolo del rischio di migliore qualità e sicurezza da inserire nel percorso diagnostico per le indagini prenatali delle trisomie 21, 18 e 13. Non solo: è un test che non mette a rischio la sicurezza della donna e del feto, e la sua maggiore accuratezza riduce in modo significativo il ricorso agli esami invasivi di conferma diagnostica”.

 

 

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