Come stanno i ragazzi e le ragazze che hanno tra gli 11 e i 18 anni? Senza la scuola in presenza, le attività extrascolastiche, gli amici e lo sport, quali sensazioni vivono da tre mesi a questa parte? Se lo sono chiesti le psicologhe psicoterapeute di Ravenna Laura Casanova, Beatrice Siboni e Monica Lanza Cariccio, che hanno messo a punto un questionario ad hoc che si può compilare e inviare da qualsiasi parte d’Italia.
Tre le molte domande rivolte ai pre-adolescenti e agli adolescenti, ce ne sono sugli stati d’animo ricorrenti, sull’eventuale difficoltà a prendere sonno e a dormire, sugli aspetti di cui più si sente la mancanza, su quelli eventualmente positivi così come sulla presenza di balcone, cortile condominiale, giardino. Senza contare i quesiti sul ritornello musicale che i ragazzi e le ragazze assocerebbero al lockdown, così come all’immagine più consona a rappresentare il periodo.
“Purtroppo, al pari dei bambini più piccoli – spiega Laura Casanova – anche gli adolescenti sono stati accantonati, dimenticati. Eppure si tratta di una fascia d’età critica, di crescita e sviluppo: un blocco come quello che abbiamo sperimentato e in parte, ancora, stiamo vivendo, può davvero avere conseguenze non preventivabili. A questo si aggiunge la mancanza di riferimenti temporali per programmare e immaginare il futuro”. Dai circa 200 questionari già raccolti tramite insegnanti e tam tam di genitori, le psicologhe hanno già notato una ricorrente dicotomia nel sentire dei ragazzi: “Da un lato c’è in loro la voglia di riprendere in mano la vita di prima, dall’altro la paura. Non crediamo sia tanto una paura del virus e del contagio, quanto di riadattarsi. Certo, è probabile che molti di questi aspetti in casa non vengano verbalizzati, del resto la pre-adolescenza e l’adolescenza sono momenti della vita in cui è difficile connettersi con il proprio vissuto emotivo per poi restituirlo agli altri”.
Non a caso, tra gli scopi del questionario non c’è solo quello di far sapere ai più giovani che qualcuno si interessa a loro e ha voglia di domandarsi come stanno, così come quello di aprire gli occhi a genitori e famiglie sullo stato psicologico dei figli ma anche quello, non meno nobile, di fare in modo che i ragazzi si facciano qualche domanda su loro stessi e il loro stato di salute mentale: “Del resto l’idea del questionario è nata dalla nostra esperienza genitoriale, dal nostro chiederci come stavano i nostri figli. Anche se, certo, come professioniste siamo pienamente coinvolte nel voler capire che cosa sta succedendo alla popolazione più giovane. Stiamo anche pensando a una versione per i bambini della primaria, un’altra fascia messa davvero a dura prova dalla stretta sul Coronavirus”.
Nel caso dovessero emergere elementi importanti di disagio, le psicologhe allerteranno i servizi competenti: “Siamo deluse, in generale, del mancato coinvolgimento di figure professionali come le nostre nei pool di esperti convocati dal Governo. Il tema è attuale e forte: i nostri ragazzi hanno avuto un unico vantaggio, quello della didattica a distanza che, con tutti i limiti del caso, ha dato loro un po’ di continuità. D’altro canto, la stessa didattica ha provocato forte stress e sovraccarico. Insomma, ci stiamo chiedendo se, quando riaprirà tutto, gli adolescenti schizzeranno fuori o, al contrario, si tratterranno”.
Il questionario, compilabile a questo link, si può facilmente girare sui social, come WhatsApp, per facilitarne la diffusione.
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