Mentre Lucia Polpatelli, psico-oncologa del Sant’Orsola di Bologna, dall’inizio dell’emergenza sanitaria Covid-19 ha visto il proprio lavoro complicarsi di non poco, c’è un pezzetto della sua attività che – a dispetto delle limitazioni – è riuscita a rimanere in vita e ad avere anche risvolti inaspettati. Si tratta del laboratorio teatrale per le pazienti oncologiche di Ginecologia e i loro familiari, un progetto che da anni viene realizzato insieme alla compagnia Archivio Zeta.
Da quando è diventato impossibile fare incontrare le partecipanti insieme a mariti, figli e nipoti, gli incontri sono proseguiti, una volta alla settimana, online: “In questo modo – spiega Polpatelli – i gruppi si sono potuti aprire anche agli ospiti esterni, come è successo con la poetessa Anna Maria Farabbi, sulle cui poesie avevamo già lavorato. A quel punto, visto che l’autrice, in passato, ha pubblicato con l’editore Kaba che di recente ha implementato il sito Leggimileggi dove racconti e poesie vengono a letti ad alta voce per bambini o persone con difficoltà, è nata l’idea di fare partecipare anche le nostre donne e i loro familiari. E così, sul portale, ora esiste una sezione dedicata ad Archivio Zeta».
Ed è la stessa compagnia ad essere entusiasta: «Con Lucia Polpatelli e le sue pazienti, sei anni fa, è iniziato un percorso bellissimo – spiegano Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti – che ci è stato proposto inaspettatamente, che non avevamo mai fatto prima e che abbiamo portato avanti partendo dal “De rerum natura” di Lucrezio fino ad arrivare ai poeti viventi, come Claudio Damiani. Oggi il laboratorio è permanente ma con l’emergenza Covid abbiamo dovuto rinunciare al lavoro sul corpo per privilegiare altri aspetti come le emozioni e la comunicazione verbale. Un passaggio delicato che però ci ha consentito di allargare la partecipazione anche a chi non avrebbe potuto muoversi a causa della malattia e delle terapie. Abbiamo, insomma, fatto di necessità virtù, scoprendo che nel gruppo c’erano e ci sono tanto entusiasmo a voglia di proseguire».
E se il momento conclusivo, in genere, è uno spettacolo (l’anno scorso si è tenuto nel chiostro di San Cristina al Centro delle donne), quest’anno prima dell’estate amici e familiari verranno invitati su una piattaforma online per una performance tratta da “Corpo celeste” di Anna Maria Ortese. E stando alle premesse, andrà benissimo. Perché, online a parte, come ribadisce Polpatelli “quando si lavora con del materiale umano è tutto più faticoso ma anche estremamente gratificante”.
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