Primo soccorso pediatrico, il medico internista: «Tante informazioni ma manca la pratica»

 

Elena Fustini

«Le dicerie sulle cose da fare nelle situazioni di emergenza, come prendere i bambini per i piedi e metterli a testa in giù se stanno soffocando, sono ancora molte. Tante, forse troppe, sono anche le informazioni che si possono leggere e raccogliere ormai da ogni parte. Peccato che manchi ancora una cultura pratica sulle poche e fondamentali manovre da mettere in atto, quelle poche che a volte cambiano il corso degli eventi».

Elisa Fustini è un medico internista del «Racing Medical Team» di Imola, una società che si occupa di assistenza sanitaria durante gli eventi sportivi e che sta lavorando a un progetto di formazione scientifica all’Autodromo. Il 14 giugno, proprio all’Autodromo, la sua società partirà anche con un corso di primo soccorso pediatrico aperto alla cittadinanza e pensato, nello specifico, per genitori, nonni, educatori.

«Lavoro da sempre nella medicina d’urgenza e so bene come, quando si è davanti a un imminente rischio per la vita, non sia necessaria alcuna parabola scientifica. Al contrario, bisogna conoscere poche e semplici manovre, che al corso simuleremo con i manichini. Quando ero bambina io, per quanto le conoscenze sul tema fossero poche e poco diffuse, c’era però una sorta di approccio pratico alle situazioni. Mia nonna avrebbe risolto una disostruzione dandomi un ceffone sulla schiena, non certo avventurandosi in procedure azzardate. Oggi vedo molti autodidatti, che però tendono a divenire persone disinformate e poco pratiche».

Fustini, che crede molto nella diffusione alla cittadinanza di una cultura del pronto soccorso, è convinta che i muri da abbattere siano ancora molti: «Sento parlare del fatto che non si può fare il bagno in mare dopo aver mangiato, come se immergessimo i bambini a temperature sotto lo zero. O dell’ammoniaca sulle future di insetto, come della cipolla e della patata sulle ferite. Ma anche di togliere le zecche con la benzina o qualsiasi sostanza chimica capiti sotto mano. Insomma, c’è ancora da lavorare».

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339-5339484

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