Non c’è proprio pace a Bologna per i servizi di refezione scolastica. Nelle settimane passate c’erano state molte polemiche sulla qualità e la quantità del cibo servito a mensa. A sollevarle erano stati alcuni genitori. Nel mirino era finita Seribo, la società mista che attualmente gestisce il servizio. Il caso limite si era verificato un giorno quando ai 4mila alunni delle scuole comunali era toccato una polpetta per pranzo mentre per merenda si erano dovuti accontentare di un biscotto col the. Una segnalazione che aveva imbarazzato per primo Giovanni Xilo, presidente di Xeribo, il quale aveva promesso verifiche approfondite e collaborazione coi genitori stessi.
Qualcosa si è mosso ma i rapporti restano tesi, come dimostra una piccata risposta delle stesso Xilo ai papà e alle mamme arrivata via internet: “Siamo molto lieti – scrive Xilo sul sito di Seribo – che rappresentanti dei genitori abbiamo cominciato le visite senza preavviso ai nostri centri pasti, una nuova modalità di accesso alle strutture dei servizi di Seribo che si somma alle altre possibilità che sono offerte di poter vedere da vicino come funziona il servizio pasti e di poter parlare con chi li produce. Contiamo che queste visite proseguano”.
Tuttavia “i visitatori affermano che ‘è evidente che la presenza del personale tecnico Seribo, dei tecnici dell’Ausl e, forse, anche la nostra potrebbero aver indotto il personale ad un generale comportamento piuttosto corretto’. Anche se al condizionale – precisa Xilo – non si può in nessun caso mettere in dubbio che gli operatori di Seribo, qualsiasi compito svolgano non esercitino sempre con la stessa professionalità il loro lavoro. Per Xilo questa “è un’offesa alla professionalità: il personale di Seribo è il primo e più forte sistema di qualità dell’azienda”.
Intanto il Comune cerca un esperto. Proprio per migliorare il nuovo servizio di refezione scolastica. Urgentemente: c’è tempo fino a domani per coloro che si sentono in grado di poter aiutare il settore istruzione in materia di “analisi economiche e finanziarie, nonché di operazione societarie” e di predisporre “un piano economico e finanziario collegato alla ridefinizione del contratto di servizio per la gestione della refezione scolastica”. L’esperto dovrà trovare la quadratura del cerchio e contemperare diverse esigenze: dalla qualità del cibo (come quello biologico) alla quantità (la adeguatezza delle razioni e la possibilità del cosiddetto ‘ripassino’) fino al costo della retta. L’incarico durerà fino al 15 gennaio e lo stipendio lordo è fissato in 7mila euro. La rivoluzione è già partita. Chissà che le proteste non siano servite a qualcosa.
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