“Una postura ottimale permette di ottenere una performance altrettanto ottimale”. Parole della fisioterapista specializzata in rieducazione posturale Sara Vignoli: “La lunghezza muscolare appropriata alle leve ed un range di movimento completo, infatti, consentono all’atleta di esprimere le proprie potenzialità senza preoccuparsi di dolori ed infortuni”.
Il lavoro di Sara Vignoli consiste nel correggere la postura riportandola alla sua “normalità”, e nel curare eventuali infortuni. Lavoro che gli è facilitato in quanto sportiva e allenatrice di pallavolo. Elementi che le fanno dire come lo stretching, in realtà, possa essere utile nel mantenere la postura corretta senza arrivare all’intervento del fisioterapista: “Purtroppo l’ultima moda è quella di non far fare stretching da parte degli allenatori. Questo accade perché ci sono stati alcuni studi molto importanti che hanno consolidato l’idea che lo stretching non serva a nulla. In realtà questa è solo una lettura sbagliata di studi reali. Gli studi asseriscono che lo stretching pre-allenamento non sia utile ai fini dello sviluppo della massima potenza in allenamento o in gara, cosa ben diversa dall’inutilità in senso generico”.
Lo stretching, infatti, va sempre eseguito alla fine di un allenamento o di una gara per riportare il muscolo alla sua lunghezza naturale e prepararlo ad uno sforzo successivo; se ciò non avviene il muscolo resta in stato di contrattura, si irrigidisce, e, a lungo andare, crea i presupposti per una lesione muscolare e per infortuni di articolazioni anch’esse diventate rigide.
Per quanto riguarda i bambini il discorso è ancora diverso: “Spesso vengono sottoposti ad allenamenti intensi in sessioni di tre o quattro volte a settimana: questo va benissimo, lo sport in se fa benissimo, ma gli allenatori non devono perdere di vista il fatto che questo rappresenti un grosso impegno sia fisico che mentale in una fase di rapido sviluppo”.
Nei bambini, infatti, le ossa non sono ancora del tutto formate ma ai capi ossei vi sono le cosiddette cartilagini di accrescimento che permettono l’allungamento dell’osso; la cartilagine dunque, non è un materiale duro, rigido, e già definito, ma qualcosa che si sta modificando e si sta preparando a trasformarsi in tessuto osseo: “Questo ci fa capire quanto la leva che il muscolo fa su questo tipo di tessuto ne influenzi lo sviluppo. Se un muscolo è troppo accorciato può portare a delle mal posizioni ossee e alterare sensibilmente la postura di questi bambini. È per questo motivo che, nonostante lo stretching pre allenamento possa impedire lo sviluppo della massima potenza del muscolo, ai fini del benessere e del giusto accrescimento di questi bambini io lo consiglio sempre”.
Anzi, gli allenatori che hanno sott’occhio le fasce di età pre-pubertà o puberali dovrebbero secondo Sara Vignoli essere più attenti a questo aspetto dedicando una parte dell’allenamento specifica alla prevenzione degli infortuni: “In questo senso, oltre allo stretching, vanno eseguiti esercizi di propriocezione per caviglie e ginocchia, ed esercizi di rinforzo con elastici soprattutto per spalle e caviglie. I primi servono a preparare le articolazioni ai cambi di direzione, alle ricadute dei salti e a qualsiasi altro imprevisto che, in un’articolazione impreparata, comporterebbe una grave distorsione. Gli elastici consentono un tipo di rinforzo non troppo pesante ma che da stabilità ed elasticità allo stesso tempo”.
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Commenti:
salve le chiedo gentilmente se il metodo raggi e’ valido grazie cordiali saluti massimiliano personal trainer laureando in fisioterapia
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