Anche stamattina Umberto ha preparato Andrea Celeste e l’ha portata alla scuola materna. Poi è partito per il suo allenamento quotidiano di handbike, lo sport che pratica da quindici anni e che lo porta in tutta Italia per gare e campionati. L’anno scorso, al Giro d’Italia, si è aggiudicato la medaglia di bronzo. Umberto è un papà speciale: a 48 anni può dire di avere trascorso quasi la metà della sua vita in carrozzina. Quando ne aveva 26 un incidente lo ha lasciato paralizzato. Ma dopo un anno di ospedale non si è dato per vinto: “O ti dai da fare, ti organizzi, cerchi di diventare autonomo oppure sei finito”.
Umberto fa Pascoli di cognome, vive a Marina Romea dove per alcuni anni ha lavorato anche come ristoratore. Tre mesi dopo aver conosciuto Carmela, la sua attuale moglie, le ha rivolto una domanda a bruciapelo: “Ma tu lo faresti un figlio con me?”. Lei ha detto sì senza batter ciglio. E dopo un mese è rimasta incinta di Andrea, che oggi ha cinque anni. I dubbi non sono mancati ma Umberto pensa che se le cose devono andare bene, vanno bene. Ed è inutile rifletterci troppo intorno: “La paternità non mi ha creato nessun problema. Semmai, i problemi me li facevo prima, quando mia moglie era incinta. Mi chiedevo se sarei stato in grado di gestire la bambina, cercavo di immaginare come avrei fatto a lavarla, vestirla, a darle da mangiare. Erano semplici punti interrogativi, condivisi in parte anche da Carmela. Con la carrozzina non posso certo correre dietro ad Andrea se non dà retta. Ma lei ha capito da subito la situazione”.
E fin dal primo giorno, si direbbe: “Mia moglie ha fatto il cesareo e non ha potuto alzarsi subito per cambiare la bambina. Il primo pannolino, in ospedale, gliel’ho messo io. Non potendo usare tutte e due le mani in contemporanea, ero convinto che mi scivolasse via, visto che i neonati si muovono come anguille. Invece Andrea pareva avere già capito: ha aperto le gambe ed è rimasta rigida. Come se già nella pancia di fosse abituata alla situazione”. E anche più avanti, nell’età dei capricci, Andrea ha dimostrato di aver bene in mente come ci si deve comportare con papà: “Quando le dico di fermarsi, si ferma. Magari si arrabbia e piange ma non si muove. Con la mamma non è la stessa cosa. Con me, invece, sa qual è il limite da non oltrepassare”.
Il rapporto tra Umberto e Andrea è stato fin da subito epidermico, viscerale: “Non abbiamo mai usato la carrozzina, la tenevo sulle mie gambe e lì faceva tutto, compreso dormire. Mia moglie esce alle cinque e mezza per andare al lavoro ma questo non mi ha mai impedito di occuparmi di mia figlia e di farle, in parte, anche da mamma”. Tutti i dubbi che Umberto aveva durante la gravidanza, insomma, sono svaniti con la nascita e la crescita di Andrea. Che dimostra quotidianamente che per lei la carrozzina è la normalità: “Mi fa sorridere quando mi dice che non mi preferirebbe in piedi. Anche se i suoi amichetti, ogni tanto, le raccontano le cose che possono fare con i loro papà, come fare le giravolte in aria sul letto, lei non ne sente la mancanza. Per lei io sono normale così, non percepisce la mia disabilità come uno svantaggio”.
Di avere un figlio nelle sue condizioni, Umberto, non se lo sarebbe mai immaginato: “Ho avuto diverse fidanzate anche da paralizzato ma non avevo mai lanciato l’amo. Con Carmela è successo tutto in fretta. Ed è andata benissimo”.
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Commenti:
Conosco Umberto, Carmela e Andrea personalmente e posso assicurare che è proprio così… Andrea è bravissima!
Umberto e Carmela sono persone speciali. ..sensibili e attente all ASCOLTO….meritano tutta la gioia possibile e Andrea è sicuramente fondamentale x la loro felicità! ! Complimenti soprattutto a papa. Umberto x come vive e sostiene la sua meravigliosa paternità! !!
Conosco Umberto e la sua famiglia da quando sono piccolo…ho lavorato abxhe con lui e soprattutto xon le sue patate fritte!!! Straordinario! Ciao Umby….mi raccomando vai piano con quella bici che non ti sto dietro!!!
Conosco umberto e proprio cosi….umberto e un grande…..un PAPA’ speciale
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