Non c’è pace per il bonus bebè: Caaf bloccati per le dichiarazioni Isee

businesswoman gives baby the bottleQuando sembrava che per il bonus bebè si fosse finalmente acceso il semaforo verde, ecco apparire l’ennesimo problema. I Caaf di tutta Italia, infatti, in questi giorni sono bloccati nella compilazione delle dichiarazioni Isee che il nuovo bando richiede. E così i genitori che si sono messi in fila nella speranza di poter chiedere all’Inps il tanto atteso contributo di 600 euro al mese per pagare una baby sitter o la retta dell’asilo (in sostituzione del congedo parentale facoltativo) stanno facendo dietrofront.

Grave? Secondo gli uffici dell’Inps di Ravenna che abbiamo contattato, la situazione si sbloccherà nel giro di una settimana. Tutto è dovuto ad un mancato rinnovo delle convenzioni con i Caaf, con il risultato che questi ultimi non sono pronti a compilare i nuovi Isee. Intrappolati per il momento nei gangli della burocrazia, i genitori avranno lo stesso tempo di inoltrare la domanda del bonus entro il 31 dicembre 2015. Tenendo sempre a mente che il figlio per il quale si richiede il contributo deve avere al massimo 14 mesi: devono, infatti, essere trascorsi al massimo 11 mesi dalla fine del congedo di maternità obbligatorio (che copre, appunto, il periodo fino ai tre mesi del bambino).

L’alternativa, per velocizzare le cose in questi giorni stagnanti, è farsi l’Isee da sé, collegandosi al sito dell’Inps: operazione, però, non troppo semplice per i profani, come ci confermano dagli uffici di via Romolo Gessi. Non solo: una volta inserite le informazioni sul portale, l’Inps si prende una decina di giorni per validare il tutto. E passa, quindi, ancora un po’ di tempo.

A parte il disagio e l’attesa, chi potrebbe essere davvero danneggiato dai ritardi che ci stanno verificando nei Caaf sono le famiglie i cui figli compiono 14 mesi proprio in questi giorni. E che non hanno inoltrato la richiesta del bonus bebè nel 2014: meglio, nelle sole due settimane disponibili per farlo (dal 16 al 31 dicembre scorso). Non c’è pace, di fatto, per un contributo che dovrebbe agevolare, e non ostacolare, le famiglie italiane.

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