Aborto, Consiglio d’Europa bacchetta l’Italia: “Troppi obiettori”

abortoTroppi obiettori di coscienza. E il diritto delle donne all’interruzione volontaria di gravidanza viene perciò negato. Il Consiglio d’Europa bacchetta l’Italia. Nel pronunciarsi su un ricorso presentato dalla Cgil, ha infatti affermato che le donne in Italia continuano a incontrare “notevoli difficoltà” nell’accesso all’aborto. Consentendo infatti l’obiezione di coscienza, il nostro Paese carica troppo lavoro sulle spalle dei medici e degli operatori che non fanno obiezione, negando così il diritto delle donne alla salute. A livello nazionale ormai i ginecologi obiettori, secondo gli ultimi dati, sono il 70% del totale.

Il ministero (condotto da Beatrice Lorenzin, persona non certo ostile al mondo cattolico) ha però più volte fatto sapere che non si tratta di un problema perché il numero di obiettori (in costante crescita) per quanto molto elevato, non incide sul diritto delle donne a interrompere la gravidanza.  Situazione paradossale all’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno dove il 100% (!) dei medici si rifiuta di applicare una legge dello Stato, la 194: sono tutti obiettori. Una vicenda che è finita perfino sulle pagine del New York Times con il seguente titolone: “Sulla carta l’Italia consente l’aborto, ma pochi dottori lo praticano“. Una situazione più unica che rara, quindi, in Italia. Non solo: i sanitari non obiettori diventano secondo il consiglio d’Europa vittime di “diversi tipi di svantaggi lavorativi diretti e indiretti”. Problema del quale anche la bioeticista Chiara Lalli ha parlato in un’intervista a Romagna Mamma.

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