Educatrice domiciliare, questa sconosciuta: il servizio cresce sempre di più

Avete mai sentito parlare di educatrice domiciliare? Non è una baby sitter che viene a casa, tanto meno un nido all’interno di un appartamento (non sempre, almeno). Senza guardare in maniera troppo fiscale ai vincoli legislativi e alla burocrazia, potrebbe essere paragonato ad un nido in miniatura, più piccolo di un micronido quindi, dove sette bambini tra uno e tre anni sono seguiti per sei ore (in genere dalle 8 alle 14) da personale qualificato. Il pranzo è garantito, la nanna no (visto l’orario di chiusura). Il servizio sta prendendo sempre più piede in Emilia-Romagna. Diversi baby parking o centri ricreativi di recente lo hanno implementato. A Ravenna il prossimo a farlo sarà Piccoli Tesori. Domani sera alle 20,30, nella sede di via Lercaro, il titolare Roberto Morotti spiegherà a mamme e papà le caratteristiche dell’educatrice domiciliare che dovrebbe partire in marzo. L’idea gli è stata data dal Comune: “Me l’hanno consigliato quando sono venuti a fare il sopralluogo per le autorizzazioni”. Per Roberto la novità non ha comportato nessuna modifica strutturale: “Lo spazio era già idoneo. Ho dovuto però prendere un’educatrice titolata”. Il baby parking rimarrà ma se ne potrà usufruire solo nel pomeriggio, quando anche i bimbi che frequentano la mattina, se i genitori ne avranno bisogno, saranno accolti ad un prezzo agevolato.
A fare già un bilancio sul servizio è invece Mascia Folgiero, titolare del baby parking Maramao che dallo scorso ottobre, in orario mattutino, funziona proprio da educatrice domiciliare. I posti sono tutti al completo: “I genitori sono molto attratti dal fatto che il gruppo sia piccolo e quindi i bambini più seguiti. Ma anche dalla supposizione che si possano ammalare meno”. In questo caso, la scelta di allargare l’offerta è stata proprio di Mascia, che ha dovuto subito rimboccarsi le maniche per soddisfare tutte le richieste legislative: “Piano di evacuazione, antisismica, vincoli sanitari”. Senza contare la parte educativa: pedagogista esterno, progetto pedagogico. Una mole di lavoro sulla quale Mascia ha qualcosa da obiettare: “La legge ci tratta da nido quando le fa comodo, per esempio richiedendoci tutta una serie di incombenze legate al funzionamento. In altre circostanze, ci tratta invece come se non fossimo un nido. I genitori, per esempio, non possono scaricare la retta dalla dichiarazione dei redditi”. A Mascia piacerebbe ora convenzionarsi con il Comune, sia per avere ogni anno la garanzia che i posti si riempiano, che per avere una sorta di autorità in più. Ma l’Amministrazione, su questo fronte, per ora ha chiuso i rubinetti.

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