“Allergie in aumento, anche quelle inventate”. Ecco i sintomi per riconoscerle nei bambini

“Il 25 per cento della popolazione riminese crede di essere allergica a qualche alimento, in perfetta media con il resto d’Italia. Di fatto, quando si fanno gli esami, la percentuale scende all’8”. Maurizio Bigi per 15 anni ha lavorato in ospedale come allergologo e pneumologo pediatrico. Oggi è direttore della Pediatria di comunità dell’Ausl di Rimini ma conosce bene il trend di crescita sia delle allergie vere che di quelle presunte, frutto cioè della necessità di trovare un colpevole ai propri malanni, spesso determinati da altro.
“E’ un pensare comune quello che molte cose accadano perché si è allergici. Non è sempre così. La tendenza però che si è sviluppata negli ultimi anni è questa – spiega – si deve per forza trovare un colpevole. Resta il fatto che le allergie siano aumentate, per diversi fattori: inquinamento e qualità dell’aria in testa”.
Le allergie più frequenti, secondo il dottor Bigi, sono quelle respiratorie, come asma bronchiale e rinite allergica, e la congiuntivite; seguono quelle alimentari, in coda restano allergie ai farmaci e agli imenotteri (migliaia di specie di insetti vengono inclusi in questa categoria).
“Chiariamo, i test allergici possono essere fatti anche a bambini molto piccoli – dice -, l’importante è sapere tutte le volte che cosa cercare, e non sempre è così. Nei neonati è più facile curare allergie alimentari, come quelle alle proteine del latte, lo è molto meno individuare la rinite o le forme respiratorie”. Ci sono segnali nei più piccoli ai quali conviene prestare attenzione, come ricorda Bigi: “Tosse persistente, naso sempre chiuso lontano dal freddo, manifestazioni cutanee persistenti, vomito, diarrea e scarsa crescita possono essere un campanello d’allarme. Oggi in ogni caso i pediatri sono assolutamente preparati a riconoscere tutti i sintomi che possono far pensare a un’allergia nei bambini. Ricordate che l’allergia è scritta nel nostro dna, se deve comparire lo farà. Il resto sono tutte favole inventate. E’ uno dei pochi casi in cui la prevenzione non serve”.

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