Cordone ombelicale, questo sconosciuto. In Italia il 97% dei cordoni viene buttato al momento della nascita del bambino. Ma i vantaggi della conservazione sono moltissimi. Parola di Innovastem, una delle circa 25 banche private esistenti in Italia che domani sera alle 20,30, al Punto Donna di Forlì, terrà un incontro informativo dedicato alle coppie in attesa di un figlio. Nicola Commisso, amministratore delegato della società, è il primo ad essere consapevole che una completa informazione in materia di sangue cordonale manca.
A chi possiamo dare la colpa?
“In Italia c’è un sistema della donazione che informa molto poco. Esistono circa 21 banche pubbliche all’interno di ospedali, centri trasfusionali e università. Negli altri Paesi europei ce ne sono un decimo ma sono molto ben collegate tra loro. Da noi il sistema è ipertrofico e costoso. L’altro aspetto è che le banche private, come noi, hanno il divieto di farsi pubblicità. Non possiamo mettere totem informativi nei reparti, per esempio. In Germania, dove c’è fisicamente la nostra sede di conservazione, possiamo invece pubblicizzarci sui giornali, come in televisione”.
Ai privati, inoltre, è vietata la conservazione in loco?
“Sì, ci è consentita la raccolta ma poi il campione dev’essere esportato. L’Italia ha recepito la direttiva comunitaria in maniera diversa dai suoi vicini. Qui c’è un malinteso senso di competizione tra pubblico e privato”.
Quanto costa donare e conservare il cordone?
“Sono due scelte diverse. La donazione viene fatta gratuitamente ad una banca pubblica, a beneficio della collettività. La conservazione ha come interlocutore un privato e costa in genere, per vent’anni, tra i 1.600 e i 3mila euro. Quel sangue cordonale resta a disposizione della famiglia che lo ha donato”.
Quali sono i principali vantaggi?
“In caso di patologie ematopoietiche, quindi a carico del sangue, non serve cercare un donatore, per esempio di midollo osseo. C’è sempre a disposizione, sia per il bambino al quale è stato prelevato, sia per un congiunto, quel campione conservato. Possono essere trattate così alcune forme di linfomi o leucemie. C’è poi un filone nuovo, sul quale gli studi clinici sono in corso. Per curare la paralisi cerebrale infantile e il diabete di tipo 1 potrebbero essere utili le cellule staminali del sangue cordonale”.
Per prenotare la propria partecipazione all’incontro: 335 5898933
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