La famiglia è cambiata, eccome se è cambiata. Vent’anni fa avreste visto ben pochi papà ad un ciclo di incontri dedicati alla genitorialità. O forse, vent’anni fa, quel ciclo di incontri non ci sarebbe stato. In mezzo a scuole per genitori e conferenze su come si crescono i bambini, l’Isola di Nim di Faenza ha intrapreso a fine ottobre il percorso “Crescere genitori” per chi ha figli da zero a sei anni. A condurlo è Francesco Vignatelli, psicologo clinico alle prese con la specializzazione in psicoterapia psicoanalitica per l’infanzia e l’adolescenza. Il prossimo incontro, in programma lunedì 17 dicembre alle 20,30, sarà dedicato alle responsabilità e al piacere di essere mamme e papà.
Genitori oggi: tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare?
“Assolutamente sì. Io sono psicologo ma anche padre di una bimba di tredici mesi. So bene che la teoria ragiona sui processi possibili e la pratica invece richiede di mettere insieme tutti i pezzi, comprese l’ansia, la paura, la frustrazione. Fare i genitori è molto più difficile che dire come si fa”.
Quale vuoto tendono a colmare iniziative come quella che sta portando avanti a Faenza?
“Il bisogno, per i genitori, di avere dei punti di riferimento. La società in cui viviamo si sta dando la zappa sui piedi da sola perché è venuto meno il concetto di famiglia come è sempre stata. Le famiglie sono isolate, faticano a creare reti di sostegno, hanno fretta, devono lavorare molto. Ma le esigenze dei bambini sono rimaste quelle di sempre. Ecco da dove deriva il marasma”.
Qual è l’aspetto che più fanno fatica a gestire?
“Le regole, sicuramente. In genere i genitori portano esempi pratici, sottolineando così la regola che non sono riusciti a trasmettere. Io dico che le regole non possono essere sempre le stesse, perché magari in un periodo hanno senso in un modo, in un altro periodo in un altro. L’importante non è la regola in sé, quanto il valore che vi sta dietro. E non bisogna dimenticare che la trasgressione, da parte dei bambini, è normale. Serve ad acquisirle, le regole”.
I genitori sono d’accordo, di solito, su come crescere i figli?
“Dal mio osservatorio direi di sì, nella maggior parte dei casi. Il primo incontro che ho tenuto è stato incentrato sulla coppia. Sono voluto partire da lì per sottolineare le differenze tra la figura femminile e maschile ma anche per evidenziare che esiste uno spazio di confronto, in mezzo”.
I papà sono consapevoli che il ruolo della madre è diverso da quello di un secolo fa?
“I papà hanno un ruolo più attivo nella gestione e crescita dei figli. Lo spazio per loro si è creato, anche se non sempre viene riempito. O perché non lo sperimentano o perché le mamme non lo consentono. Trovare il giusto equilibrio non è semplice”.
Lei che cosa ne pensa dei cosiddetti “mammi”?
“Qualunque comunità sociale che accoglie il bambino ha ruoli maschili e femminili predeterminati e funzioni materne e paterne definite. Nella nostra cultura della razionalità, della logica e del successo questi ruoli sono invasi dall’ambiguità e dalla confusione. Il bambino ha bisogno di sperimentare in ciascuno dei suoi genitori il ruolo che gli appartiene e gli è proprio, questo avrà ricadute sulla sua futura identità. Il ruolo non ha a che fare con il potere e la gestione all’interno della coppia, ma con la responsabilità e la condivisione. Ecco perché, mentre i ruoli sono specifici per mamma e papà, le funzioni che vengono svolte nei confronti del figlio sono intercambiabili perché conosciute sia dal maschio che dalla femmina, sperimentate personalmente fin dall’inizio della vita nel rapporto con i propri genitori”.
Francesco Vignatelli riceve a Forlì, in via Leone Cobelli 7. Per informazioni 328/5479449
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