“Signorina Si salvi chi può” è una storia che va letta e raccontata quando i pargoli sono un po’ cresciuti. Non serve che sappiano la differenza tra il bene e il male (per quella, forse, non basta una vita), ma serve che siano grandi abbastanza per conoscere la favola di Cappuccetto Rosso e aver avuto qualche approccio con Pippi Calzelunghe. Solo così potranno capire la portata irriverente e in fondo innocua della bambina che risponde (forse, magari) al nome di Signorina-si-salvi-chi-può. Philippe Corentin, l’autore, ci regala una monellissima dai capelli rosso fuoco che, cavalcando un maiale, semina il terrore dappertutto, facendo scherzi che divertono solo lei. La mamma, da buona vittima rassegnata, non la prende da parte per farle il “discorsino” ed insegnarle le buone maniere, ma la spedisce con qualche vivere dalla nonna che abita niente popodimeno che dall’altra parte del bosco.Il lupo è appostato famelico ed affabulatore dietro un albero aspettando la sua vittima? Macché, è già nel letto vestito con vestaglia e cuffietta. Si-salvi-chi-può senza troppi indugi entra in casa, sale sul letto e si prende gioco del povero lupo, ponendogli le domande di rito sul colore degli occhi, la lunghezza delle orecchie e la forma dei denti. Poi lo rincorre per tutta casa con un forcone. La bestia è atterrita e viene salvata solo dall’intervento della nonnina, che gli aveva dato ospitalità. Certo, la bimba è estremamente vivace, stra-maleducata, irrimediabilmente fuori dalle righe. Non riusciresti a portarla in pasticceria o in casa di amici senza il timore che combini qualcosa per cui dovrai arrossire per la vergogna. Però lei dei lupi non ha paura.
Philippe Corentin, Signorina Si Salvi chi può, Babalibri
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