Da anni ormai i medici si raccomandano di mettere il neonato a dormire in posizione supina per prevenire la morte in culla. Ma come si comportano i genitori in Regione? Lo rileva una ricerca da poco pubblicata sui questionari raccolti lo scorso anno. Secondo quanto rilevato dall’indagine, a livello regionale l’85% dei neonati viene messo a dormire in posizione supina durante la permanenza in ospedale subito dopo la nascita e il 3% viene messo a dormire in posizione prona. Il dato a livello di azienda oscilla fra l’80% e il 95% per la posizione supina e fra l’1% e il 4% per la posizione prona. I dati indicano un costante e netto miglioramento nel tempo del ricorso alla posizione supina che nel 2002 era appena del 53%; il miglioramento è tutto a carico di una riduzione della posizione di lato, dal momento che il ricorso alla posizione prona rimane costante nel tempo (3-4%). Per quanto riguarda la posizione in cui viene messo a dormire il bambino a casa, le madri riferiscono di ricorrere alla posizione supina nel 72% dei casi e alla posizione prona nel 12% (dato medio regionale) con una differenze fra aziende dal 64% all’81% per la posizione supina e dal 9% al 17% per la posizione prona. I dati mostrano un costante e netto miglioramento nel tempo nell’uso della posizione supina a casa, che nel 2002 era pari al 53%. C’è un legame forte fra la posizione nel sonno supina in ospedale e la posizione nel sonno supina a casa: i bambini che in ospedale venivano messi a dormire supini hanno una probabilità maggiore di essere messi a dormire supini anche a casa. Analizzando l’associazione fra posizione nel sonno e nazionalità della madre, non si rilevano differenze. Il confronto temporale evidenzia che le donne straniere, che nel 2002 facevano largamente ricorso alla posizione di lato (37%) e meno utilizzo della posizione supina (48%), hanno rapidamente acquisito l’abitudine di mettere il bambino a dormire in posizione supina, eguagliando in questo le donne italiane.