Prendi vestiti, accessori e pezzi di arredamento, aggiungici un po’ di bio e un po’ di ecologia, finisci tutto con una bella spruzzata d’arte e originalità: viene fuori Pappappero. La sfida, lanciata da due mamme romagnole sul web, è partita da Lugo appena qualche mese fa ma l’idea è quella di arrivare davvero molto lontano. Alessandra Sciolotto e Federica Topi, infatti, hanno creato un negozio virtuale dedicato ai bambini che parte da un presupposto diverso: si vende solo quello che è prodotto con tessuti biologici, in comunità protette e da aziende che tutelano i diritti dei lavoratori. Senza mai rinunciare al bello.
Alessandra, com’è nata l’idea di Pappappero?
“E’ nata dall’incontro tra me e Federica, durante l’inserimento all’asilo nido dei nostri ultimi nati. Grazie a quel periodo abbiamo scoperto di avere una passione comune per la scelta dei prodotti da offrire ai nostri bambini e ci è venuta voglia di creare qualcosa insieme. Scherziamo spesso dicendo che Pappappero è il nostro sesto figlio. In questa affermazione un po’ forte c’è di vero che Pappappero assomiglia un po’ a me e un po’ a Federica, ma vive di luce propria, ha una sua personalità diversa dalla mia e da quella di Federica, proprio come un figlio è una persona diversa dai genitori”.
Cosa vendete?
“Facciamo una selezione di marchi biologici nei settori dell’abbigliamento, arredamento, giochi e accessori. Con la nascita dei figli è scattato qualcosa in me, che mi ha portato a cercare il meglio per loro, dove meglio non è per forza la marca ma è la ricerca di ciò che è in armonia con la nostra essenza di essere umani. Da quando ho avuto i bambini ho iniziato a curarmi con la medicina omeopatica, acquisto prodotti a km zero tramite il Gruppo di acquisto solidale di cui faccio parte, sto seguendo un percorso di educazione parentale per il mio figlio maggiore, insomma nulla è più come prima. Per Federica il discorso bio ed ecologico non è così pressante, mi piace molto confrontarmi con lei su questi temi, ma lei porta in Pappappero l’animo artistico. Ci siamo chieste: come mai tutto ciò che è bio e naturale è anche smunto e privo di ricerca nel design? Questa era la prima impressione, poi cercando e spulciando abbiamo scoperto che nel mondo, grazie ad internet, si possono trovare piccoli produttori che disegnano addirittura i tessuti biologici, che producono in comunità protette per la salvaguardia dei diritti dei lavoratori, in zone del mondo dove non solo i lavoratori ma anche gli individui spesso non hanno neanche i più basilari diritti. E ci siamo dette: ecco che possiamo trovare il modo di avere entrambe soddisfazione! E così con Pappappero cerchiamo di fare un ragionamento controcorrente: vogliamo prendere le distanze dal principio usa e getta della moda. Vogliamo evitare di spingere i nostri clienti a comprare tanto per comprare. Vogliamo proporre prodotti che abbiamo un prezzo congruo rispetto alla qualità che rappresentano, non per la patacca che portano in bella vista. Così vendiamo prevalentemente prodotti che abbiamo avuto modo di provare, che siano unisex, facili da lavare e possibilmente da non stirare, e che divertano chi li indossa. Prodotti belli, la bellezza è un concetto al quale non riusciamo a rinunciare e fatti con amore e passione: spesso sono realizzati da artigiani della nostra zona, tra Lugo e Ravenna, e sono pezzi unici, come unici sono i bambini che li indosseranno. In barba alla globalizzazione”.
Che lavoro facevate prima?
“Federica gestiva un negozio di dolci con la madre ma con tre bambini era alla ricerca di un lavoro stimolante che si integrasse con le sue esigenze personali e familiari. Io invece ho ancora un lavoro che mi appassiona molto e che mi dà da vivere; Pappappero è come uno spazio di libertà, nel quale posso prendere decisioni in autonomia, osare quando lo ritengo giusto, assumendomi la responsabilità della mia scelta”.
La vostra attività è nata per problemi di conciliazione tra lavoro e famiglia?
“Per Federica è già così ora, credo. Per me, sarebbe bello che un giorno Pappappero diventasse la mia occupazione principale. Chissà. Per ora ci stiamo praticamente autofinanziando, fintanto che non iniziamo a prendere piede e siamo alla ricerca di alleanze per portare avanti il progetto”.
Chi sono Alessandra e Federica?
“Due donne molto diverse. Federica è una mamma giovanissima, ha 27 anni e tre bambini tra i 4 anni e i 19 mesi. Io invece sono una mamma attempata, ho avuto il primo figlio a 37 anni e la seconda a 40 anni. Due percorsi di vita diversi: lei si è sposata giovanissima, subito dopo il diploma artistico, e ha puntato tutto sulla famiglia; io sono stata cresciuta nel mito dell’indipendenza, per cui ho puntato tutto sulla formazione, liceo classico e laurea in Economia e commercio, mi sono sposata, ho divorziato, e grazie al lavoro sono approdata in Romagna, da Milano dove ho lavorato fino al 2004, ho trovato la mia anima gemella e ho messo radici. Dalla mia esperienza lavorativa nel web è nata l’idea di Pappappero. Con cinque figli e un lavoro, non potevamo di certo permetterci di stare in un ufficio tradizionale o in un negozio. Gestiamo il sito da casa, un ufficio/magazzino a casa di Federica: è lei che lavora full time sul progetto e che così riesce a gestire tutto”.
Se volete visitare il sito di Alessandra e Federica, cliccate qui
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