“I genitori sono attentissimi alla lettura quando hanno figli da zero a cinque anni, poi questo valore si perde”. Può sembrare un paradosso che mamme e papà puntino sul libro proprio quando i bambini non sanno ancora leggere. Eppure è così. Parola di Rossella Mancinelli, una delle titolari di Cartamarea, la libreria che ha aperto a Cesenatico nell’aprile scorso, continuando l’esperienza dell’associazione Cartabianca. E’ con un certo rammarico che Rossella afferma come lo scaffale per gli adolescenti non sia così frequentato.
Rossella, come mai il libro, durante la vita del bambino, sembra perdere importanza?
“Secondo la nostra esperienza, la maggior parte dei genitori con bambini piccoli utilizza il libro come momento ludico oppure come mediatore per alcuni passaggi tipici dell’infanzia come l’abbandono del cuccio, del pannolino, l’inserimento alla scuola materna. Poi iniziano le elementari e subentra da parte degli adulti una sorta di allontanamento dovuto al fatto che il figlio, ora, sa leggere da solo”.
E invece, bisognerebbe continuare a leggere ai propri figli?
“Assolutamente sì, anche fino ai dodici anni, la lettura è un momento di qualità che non va assolutamente perso”.
Ci sono altri motivi per cui i ragazzini sono poco attratti dai libri?
“Credo che le cause siano molte, a partire dal fatto che subentrano la tecnologia e i videogiochi, che leggere non è considerato alla moda. Senza contare le colpe della scuola”.
Gli insegnanti fanno vivere la lettura ai ragazzi come un obbligo?
“Sì, oltre a proporre titoli noiosissimi, si lega sempre il libro alla didattica, ad una verifica, ad un voto. Il valore del libro, così, viene ridotto ad un esercizio finale sul quale si viene valutati”.
Avete delle idee su come recuperare questa mancanza?
“Ci stiamo ragionando. Vorremmo capire come allettare gli adolescenti senza creare muri, magari trovando degli escamotage per proporre i libri giusti, le situazioni fisiche giuste. Stiamo anche ragionando su un blog di recensioni che tramite le scuole, i ragazzini stessi potrebbero curare. Con la libertà di dire ‘questo libro non mi è piaciuto’”.
Una sfida?
“Ci aspetta un lavoro lungo e impegnativo. Non è facile slegare il libro dagli schemi della scuola e farlo diventare un piacere, consentendo a chi leggere di volare con la fantasia. Ma ci proveremo”.
C’è anche un problema di spazi?
“Qualcuno ci ha fatto notare che Cartamarea ha un aspetto infantile, che non invita i ragazzini ad entrare. Ne siamo consapevoli. Sarebbe bellissimo disporre di uno spazio separato, con musica e graffitti. Per ora non è possibile. Ma faremo di tutto per smuovere un po’ lo scaffale dei romanzi per ragazzi”.
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